John Gotti è rimasto una figura controversa nella storia della città di New York. Basti pensare che dopo essere stato condannato all’ergastolo nel 1992 per diversi capi d’imputazione, tra i quali 13 omicidi, è morto in carcere nel 2002. E per celebrare la figura del “Primo padrino”, andò in scena una parata per le strade di New York, tra limousine piene di fiori e una veglia di due notti al Papavero Funeral Home in uno scrigno di bronzo. Scene incredibili che lasciano intendere come John Gotti sia stato di fatto una figura criminale capace di fluttuare tra leggenda e realtà, con alcuni aneddoti legati alla sua figura che si sono rivelati veri dopo essere stati creduti per anni leggende metropolitane. (agg. di Fabio Belli)



John Gotti, il tradimento di Sammy Gravano

Gotti – il primo padrino ci attende questa sera su Rai 3. A prestare il volto a The Dapper Don – che è uno dei soprannomi con cui veniva appellato insieme a The Teflon Don – è John Travolta che ha desiderato con forza questo film ispirato all’autobiografia di John Gotti Jr., In the Shadow of My Father. E se la partenza è “al contrario”, ovvero parte dalla fine della storia, con il gangster ormai vecchio e malato, le scene successive della pellicola affrontano invece quelli che sono stati i primi passi dell’uomo nella mafia newyorchese fino alla sua cattura nel 1992. Nella storia vera, infatti, lui viene tradito da Sammy Gravano, ex mafioso diventato collaboratore di giustizia. Un gesto nato per evitare che le imputazioni di cui era accusato il suo capo ricadessero su di lui. (Aggiornamento di Anna Montesano)



La vera storia di John Gotti

John Gotti e la sua storia nel film “Il primo padrino“, la pellicola diretta da Kevin Connolly con protagonista John Travolta e trasmessa giovedì 17 settembre 2020 in prima serata su Raitre. Classe 1940, John Joseph Gotti Jr (questo il suo nome completo) è nato nella città di New York ed è conosciuto con due soprannomi: il primo “The Dapper Don” si riferisce al suo gusto nel vestire sempre in modo fine e ricercato, mentre il secondo è  “The Teflon Don” riferito alla facilità con cui era capace di far cadere tutte le accuse contro di lui. Questa sua propensione a scagionarsi però fu la causa della sua fine visto che Sammy Gravano, suo braccio destro, per paura di essere accusato di tutti i cremini decise di tradirlo. La sua ascesa nel mondo della mafia inizia con l’assassinio di Paul Castellano: Gotti diventa il boss della famiglia Gambino, una delle famiglie mafiose più potenti di New York City. Tutto inizia quando Gotti comincia a lavorare per i Gambino rubando della merce dall’aeroporto di Idlewild, fuori dal Bergin Hunt e dal Fish Club a Ozone Park. Ben presto riesce a mettere a segno un vero e proprio colpaccio: dall’area di carico della United Airlines si perdono le tracce di un camion con 30 000 dollari di merce.



John Gotti, il film della sua vita criminale su Rai2

Pochi giorni dopo però l’FBI comincia a ricercare notizie su John Gotti che poco dopo viene arrestato. Seguono diversi anni in prigione con l’accusa di diversi furti: dal camion presente nell’aria di carico della United Airlines, ma anche per il furto NorthWest. Tre anni di prigione presso Lewisburg. Una volta uscito di prigione, Gotti torna a capo della Banda del Bergin che si occupa di traffico di droga. Proprio durante una di queste missioni, la banda di Gotti viene sorpresa a rubare della eroina non rispettando le regole della famiglia. Da questo tradimento ne nasce uno scontro a fuoco tra Gotti e Paul Castellano che viene ucciso fuori lo Sparks Steak House di Manhattan. Durante la sua carriera criminale Gotti è stato arrestato tante volte con diversi capi d’accusa tra cui quella di omicidio non premeditato per la morte di James McBratney, gangster statunitense. Nel 1980 Frank Gotti, il figlio più piccolo di John è vittima di un incidente che la polizia classifica come accidentale. Sta di fatto che Victoria DiGiorgio, la madre della vittima, aggredisce Favara, l’uomo che lo aveva investito, con una mazza da baseball. Pochi mesi dopo Favara viene rapito ed ucciso dalla banda di Gotti, ma solo molti anni dopo un collaboratore di giustizia rivela che Favara fu sciolto nell’acido mentre era stipato in un barile.

L’11 dicembre 1990 Gotti viene arrestato al Ravenite Social Club dopo che l’FBI era entrata in possesso di alcuni nastri in cui si sentiva Gotti parlare con i suoi uomini dei tanti omicidi e dei traffici criminali. Durante il processo, il mafioso è stato accusato di ben 13 omicidi tra cui quelli di Paul Castellano e Thomas Bilotti, ma anche di cospirazione per commettere omicidio, usura, racket, ostacolo alla giustizia, gioco d’azzardo illegale, evasione fiscale. Il 23 giugno 1992 il giudice Glasser condannò Gotti al carcere a vita senza la possibilità di libertà condizionata.