E’ una morte che pesa, quella di John Lewis. L’America perde un simbolo vivente della lotta per i diritti civili dei neri. Proprio nel momento in cui la spinta per un cambiamento che elimini una volta per tutta il razzismo sistemico che attanaglia gli Usa si è fatta incessante in seguito alla morte di George Floyd. Ma c’è un aneddoto, che forse non tutti conoscono, che la dice lunga su ciò che ha rappresentato John Lewis agli occhi di una nuova generazione di leader afroamericani. Uno su tutti Barack Obama. In occasione della prima cerimonia di insediamento da presidente degli Stati Uniti d’America, nel gennaio del 2009, John Lewis, deputato della Camera, si avvicinò a quello che sarebbe diventato il neo-inquilino della Casa Bianca con una foto commemorativa da autografare. Voleva, come molti altri, una firma per cristallizzare quel momento storico. Obama, dal canto suo, preferì prendersi una licenza. Scrisse così: “Because of you, John”. Come dire: è grazie a te, John, se un afroamericano sta per giurare da presidente degli Stati Uniti d’America. (agg. di Dario D’Angelo)



JOHN LEWIS E’ MORTO A 80 ANNI: A FIANCO DI MARTIN LUTHER KING

John Lewis, l’attivista morto oggi ad 80 anni a causa di un cancro, era nato nel 1940 in Alabama, presso la cittadina di Troy. Come già spiegato nel focus precedente, faceva parte dei “Big Six”, il gruppo di attivisti che fra gli anni ’50 e ’60 negli Stati Uniti, guidarono il movimento per i diritti civili degli afroamericani, all’epoca vittime di continui episodi di discriminazione razziale. Lewis è sempre stato avanti con i tempi ed era il più giovane dei “grandi sei”, visto che all’epoca era solo uno studente ventenne, a differenza invece dei suoi colleghi, tutti fra i quaranta e i cinquant’anni già compiuti. John Lewis fu anche uno dei primi “Freedom Riders”, gli attivisti che viaggiavano “come protesta” sugli autobus assieme ai bianchi, per lottare contro la segregazione. Nel corso del suo impegno politico e attivismo, fu picchiato moltissime volte e nel 1961 rischiò di morire dopo un pestaggio a Montgomery, in Alabama, così come nel 1965 sull’Edmund Pettus Bridge a Selma. Divenne deputato delle Georgia nel 1986, e da allora è sempre stato rieletto ogni due anni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



JOHN LEWIS È MORTO A 80 ANNI: IL BRACCIO DESTRO DI MARTIN LUTHER KING AVEVA IL CANCRO

E’ morto nelle scorse ore John Lewis. Il Deputato democratico degli Stati Uniti aveva 80 anni, ed era uno dei leader più noti e attivi del movimento per i diritti civili oltre oceano. Lewis partecipò infatti alla storica marcia del 1963 a Washington a fianco di Martin Luther King Jr, e assieme a quest’ultimo er considerato uno dei “Big Six” d’America, i sei principali leader del movimento. La morte è sopraggiunta a causa di un tumore al pancreas, come aveva annunciato soltanto pochi mesi fa, a dicembre, lo stesso deputato eletto nello stato della Georgia. «Ho lottato per quasi tutta la mia vita – aveva spiegato Lewis nell’annunciare la malattia – per la libertà, l’eguaglianza, i diritti umani, non ho mai fronteggiato una lotta come questa che ora sto affrontando». In pochi mesi quel male incurabile se l’è portato via, privando così l’umanità di uno degli attivisti più famosi al mondo.



JOHN LEWIS E’ MORTO, PELOSI: “UN GIGANTE DEL MOVIMENTO DEI DIRITTI CIVILI”

Fu Lewis a fondare l’SNCC, lo Student Nonviolent Coordinating Committe, e fu proprio in questa veste che organizzò e intervenne presso la storica manifestazione in cui Luther King proferì le famose parole “I have a dream”, “Ho un sogno…”. Nancy Peloci, speaker della Camera, storica oppositrice di Trump, ha ricordato lo scomparso come «un gigante del movimento dei diritti civili la cui bontà, fede e coraggio hanno trasformato la nazione». La massima rappresentante dell’organo Usa ha poi voluto sottolineare come l’attivista fosse «rispettato ed amato» in modo bipartisan, da ambo gli schieramenti, aggiungendo che «ogni giorno della vita di Lewis è stato dedicato ad ottenere libertà e giustizia per tutti». Si è invece detta profondamente «rattristata» la Naacp, la principale organizzazione per i diritti civili, spiegando che Lewis «con la missione di una vita dedicata alla giustizia, all’eguaglianza e alla libertà ha lasciato un segno permanente nel nostro Paese e nel mondo». John Lewis era l’ultimo degli oratori della famosa marcia del ’63 ancora in vita.