John Paul Getty III
è morto nel 2011 a soli 54 anni, diversi decenni dopo il rapimento avvenuto negli anni Settanta. Da tempo era malato e paralizzato, diventato quasi cieco a causa di un ictus provocato da un’overdose avvenuta quando aveva solo 24 anni. Droghe e tragedie: questi gli elementi salienti della vita di Getty III, diventato famoso per via del rapimento, occorso a Roma nel luglio del 1973. Secondo la ricostruzione, l’allora sedicenne fece perdere le sue tracce nelle prime ore del mattino, anche se molti lo conoscevano per via della vendita di alcuni pezzi di artigianato in Piazza Navona. All’inizio quindi non si sospetta la verità su quanto gli è accaduto, anche se nei giorni successivi la vicenda diventa subito oscura. Le cronache iniziano a parlare del sequestro, si puntano i fari sul patrimonio del nonno Jean Paul Getty, ovvero l’unico motivo per cui il ragazzo poteva essere stato rapito. In particolare si parla dei beni valutati all’epoca mille miliardi di lire e 3 mila miliardi per le sue compagnie. La vita di Getty III finirà comunque in un vortice negativo anche dopo quei cinque mesi trascorsi in prigionia. Da sempre ribelle, il ragazzo però si opporrà alle regole severe imposte dalla famiglia, come il divieto di sposarsi prima dei 25 anni. A soli 18 anni, John Paul III diventa il marito della regista 25enne Martine Zacher e per questo verrà diseredato dal nonno, emarginato dal resto della famiglia. Lui invece sceglierà di lasciare l’Italia e trasferirsi negli Usa, ricorda La Stampa, dove inizierà a frequentare il circolo di Andy Warhol e a scendere sempre di più nel vortice della droga. Nell’81 finisce in coma per sei settimane e al suo risveglio scopre di essere diventato ipovedente e paraplegico. E anche in quel caso tuttavia John Paul III verrà messo alla berlina dai parenti. Verrà accolto dalla madre Gail Harris, che tuttavia non si potrà permettere di pagare le cure. Il padre John Paul II invece, da tempo lontano dalla famiglia, dirà invece di non voler pagare i conti perchè “Il figlio si era cacciato nei guai da solo”. “Se n’era andato tutto tranne la mente”, dirà il padrino Bill Newson al Daily Mail in occasione della morte di Getty III.
IL RAPPORTO COMPLICATO CON LA FAMIGLIA GETTY
John Paul Getty III
non ha mai avuto un bel rapporto con il padre, forse per via della sua decisione di lasciare il tetto coniugale alcuni anni prima del suo rapimento. Anche la madre Abigail Harris però aveva divorziato dal secondo marito, l’attore Lang Jeffries, e aveva ottenuto la custodia di John e degli altri tre figli, Aline, Mark e Ariadne. John Paul III tuttavia aveva uno zio preferito: George F Getty III, il quale si è suicidato a 48 anni nel giugno del ’73 prima, cercando di assumere una dose eccessiva di alcool e barbiturici e poi con una pugnalata autoinflitta all’addome. Pochi mesi prima dunque di quando il nipote è stato liberato dalla ‘Ndrangheta. Come confessato a Rolling Stones nel ’74, Getty III non ha mai visto di buon occhio i tanti soprannomi che gli sono stati affibbiati all’epoca. Alcuni lo chiamavano l’Hippie d’oro, altri il Principe del Petrolio. Anche se il ragazzo non è mai stato un vero erede del nonno Jean Paul Getty, da cui non aveva ereditato nemmeno il nome. La stampa infatti aveva iniziato a chiamarlo Jean Paul III, a volte John Paul III. In realtà il suo vero nome era Eugene Paul Getty II, omonimo del padre e per questo ‘secondo’. “Sono molto scortese”, ha detto all’epoca al giornale, “non mi piacciono molto le persone. Alla maggior parte delle persone non piaccio io. Sono sempre stato distante dalle persone, anche da piccolo. Non mi fido di nessuno al mondo. Ogni due persone, almeno una mi frega”. Oggi, venerdì 15 maggio 2020, Rai 1 trasmetterà in prima visione il film Tutti i soldi del mondo in cui verrà raccontato il suo rapimento. Sarà meno evidente la personalità di Getty III, forse un’eredità del padre, “un uomo molto strano e un grande appassionato dell’Opera, che lega i libri ed è molto chiuso. Cammina con la barba lunga e va fuori di testa quando scopre che le persone lo stanno guardando”.