Lo spettacolo più grande del mondo, così era conosciuto il circo dei fratelli Ringling & Bailey, con tre ring o piste, di cui negli anni 50 si fece anche un film che vinse l’Oscar. La storia di questo famoso teatro–circo si è chiusa finalmente nel 2017, e fu lunga, travagliata e piena di intrighi. Ora il pubblico cerca intrattenimenti molto diversi, soprattutto li cerca da casa e in poltrona, dopo la rivoluzione tecnologica.



Vediamo allora lo spettacolo più grande al mondo che attira l’attenzione oggigiorno, e non mi riferisco allo spettacolo mediatico della pandemia e neppure a quello bellico che si sta svolgendo a pochi chilometri da noi, la follia di quella che è stata chiamata “terza guerra mondiale”, forse giustamente, perché per chi non abita il territorio dell’invasione, si guarda anche questo nel mondo da una poltrona in casa.



Sto pensando all’attore più bello del mondo, Johnny Depp, in tribunale contro una sua ex moglie, Amber Heard, per diffamazione. Tutto super filmato minuto per minuto, secondo per secondo – con la monotonia reale delle cause nei tribunali veri e non in quelli fittizi – canali televisivi come Fox News, Crime&Law, CBS Live Now, e miriadi di altri individuali YouTubers. Questa guerra privata prima domestica, ora globale (cosa rimane di privato quando ci sono obiettivi ormai ovunque, anche negli ascensori dove si vede l’imputata in vestaglia che sale e poi rientra con un “amico” e si coccolano un po’)? Questo show si avvia alla quinta ossessiva settimana di “panni sporchi lavati in pubblico”, e sporche sono le prove (come lei che lascia le sue feci sul letto accanto al marito) e le frasi violente e volgari scritte da lui sullo specchio del bagno, con il sangue o il rossetto, secondo l’evidenza di chi le interpreta.



Ciò che rende affascinante questa saga sta nella bella frase inglese: the devil is in the details – che letteralmente significa che il demonio o il male si nasconde nei dettagli. Vediamo alcuni dettagli: una giudice dall’aspetto androgino e semplice, di comportamento educato e sensibile, dagli occhi amabili e insignificanti: incarnazione della obiettività e neutralità, e certamente anche con modalità legali perfette. Un’imputata che si veste attentamente e austeramente, e che mantiene lo sguardo privo di emozioni (scarabocchia sempre qualcosa mentre gli altri parlano, prende appunti o fa finta?), ma che cambia pettinatura ogni giorno – e saranno sicuramente imitate le sue belle acconciature della sua folta chioma bionda dalle spettatrici più giovani che fanno la fila all’alba per poter avere il permesso di entrare tra i pochi eletti allo spettacolo personale e non virtuale. Una sua avvocatessa non bella e non giovane (è chiaro, non ci deve essere alcuna concorrenza), trapanante nelle banali e imbarazzanti domande che diventano una tortura cinese, a cui solo la ex assistente personale dell’imputata si ribellerà con intelligenza e orgoglio: “Questa domanda me l’ha già fatta e le ho già risposto!”; per gli altri sarà sempre il gioco di ripetere la stessa domanda fino all’esaurimento per creare la confusione strategica, a cui risponderà in modo più divertente un altro teste che guidava una loro macchina, dicendo “Come vuole che le risponda se non mi ricordo neanche più cosa ho mangiato per colazione?”.

Lo show, lo spettacolo, procede giorno dopo giorno, e manca ancora l’attrice – the supporting actress  che non abbiamo mai visto, ma che è ora protagonista esordiente a fianco del super attore, la star mondiale da decenni, il quale si presenta con i capelli ben tirati dal codino o magari qualche giorno in cui deve aver detto “F……it!” li lascia sciolti al vento e la chioma si presenta disordinata ma sempre in ogni caso sexy, sua dote che lo ha portato ad essere tanto famoso e amato, e lo sarà  più ancora oggi che viene accusato di domestic violence. Lui, sempre in giacca impeccabile e con cravatta ogni giorno più sgargiante ma pur sempre elegante. Lui, che offre caramelle a una sua legale giovane e carina seduta al suo fianco – è stato notato, perché ogni dettaglio per quanto banale va notato – si mantiene calmo, a volte attento, a volte visivamente annoiato o disinteressato.

Conclusione? La conclusione del giurato, che è l’unico elemento sacro di questo circo perché i giurati non si vedono, restano anonimi, cioè nella privacy tutelata dalla legge – forse c’è ancora qualcosa di sacro e legalmente protetto –, è ormai scontata, dicono i media (sono forse loro i veri giurati)? Ma chi dei due sia innocente o colpevole, o più innocente e meno colpevole è poco importante, perché il fascino è quello del male nascosto nei dettagli. A ciascuno la libertà di vederli e interpretarli, se si vuole guardare questo nuovo spettacolo mediatico.

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