Stangata per la multinazionale farmaceutica americana Johnson & Johnson, dopo che un tribunale Usa ha condannato la stessa a pagare una multa da ben 8 miliardi di dollari nei confronti di un uomo. Oggetto della contesa, il farmaco antipsicotico Risperdal, che da bambino ha provocato allo stesso paziente una ginecomastia, ovvero, un ingrossamento delle mammelle: in poche parole, è come se gli fosse cresciuto il seno. Come ricorda l’edizione online di Tgcom24.it, si tratta della sanzione più pesante fino ad oggi imposta alla multinazionale di cui sopra, fra le più di 13.000 azioni legali avanzate sempre per il Risperdal. Secondo quanto stabilito da una giuria di Philadelphia, la Johnson & Johnson è accusata di essere consapevole dei rischi provocati dal suo medicinale, ma nonostante ciò non avrebbe messo in guardia in maniera adeguata sia i pazienti quanto i medici che prescrivevano quello specifico medicinale anti psicotico.



JOHNSON & JOHNSON HA FATTO CRESCERE SENO IN UN PAZIENTE

A portare in tribunale la società nonché la Janssen Pharmaceuticals, sua controllata, è stato Nicholas Murray, paziente che ha appunto denunciato il suo particolare disturbo dopo che da bambino gli era stato prescritto il Risperdal per trattare la sua schizofrenia e dei disordini bipolari. Pronta la replica della Johnson & Johnson, che commentando la decisione del tribunale ha parlato di “somma spropositata”, tenendo conto che il risarcimento iniziale era stato fissato a 680mila dollari: “La società – si legge su una nota ufficiale diramata dall’azienda – è fiduciosa che la decisione verrà cambiata. Il verdetto è eccessivo e ingiustificato”. Nel solo 2018 il Risperfal, che è stato approvato nel 1993 dalla Food and Drug Administration americana, ha realizzato vendite superiori ai 737 milioni di dollari. La condanna delle ultime ore è solamente l’ultima nei confronti della multinazionale americana, famosa in Italia soprattutto per il borotalco. Lo scorso agosto l’azienda fu accusata della diffusione degli oppiacei, mentre a maggio di un anno fa fu condannata perché il suo talco era stato considerato cancerogeno.

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