I Cdc, i Centers for Disease Control and Prevention (I centri per il controllo e la prevenzione della malattie in Usa), hanno raccomandato alle persone di maggiore età, over 18, di utilizzare i vaccini anti covid di Pfizer/BioNTech e Moderna, quindi quelli basati sulla tecnologia a mRna, e non il siero Janssen di Johnson & Johnson. Stando a quanto riferisce Usatoday, un gruppo di esperti che fornisce dei pareri tecnici, ha appunto sottolineato all’unanimità di privilegiare i primi due vaccini in quanto offrono una protezione maggiore rispetto a J&J, nonché meno rischi, leggasi le rare ma comunque potenzialmente letali trombosi verificatesi negli ultimi tempi.



Il consiglio non è al momento vincolante, ma ora i Cdc dovranno prendere una decisione definitiva, stabilendo appunto se vietare Johnson & Johnson agli over 18, o semplicemente consigliarlo a questa categoria. “Apprezziamo la discussione di oggi (ieri ndr) e non vediamo l’ora di lavorare con il CDC sui prossimi passi”, ha commentato il dott. Mathai Mammen, capo globale di Janssen Research & Development, un’azienda di Johnson & Johnson. “Inoltre, sosteniamo fortemente l’istruzione e la generazione di consapevolezza di eventi rari, come la trombosi con sindrome da trombocitopenia e come gestirla efficacemente”.



CDC SCONSIGLIANO JOHNSON & JOHNSON AGLI OVER 18: I DATI DELLA FDA

A inizio settimana, come riportato dal New York Times, la Fda, la Food and Drug Administration, aveva pubblicato una guida sui rischi derivanti dal disturbo della coagulazione del sangue, sottolineando come in ogni caso i benefici del vaccino Johnson & Johnson fossero superiori a suoi rischi.

In totale sono stati registrati 36 casi di persone finite in terapia intensiva, con un tasso di 3.8 casi di trombosi su un milione. Ricordiamo che in Italia sia J&J quanto AstraZeneca non vengono più utilizzati, mentre in molti paesi europei è stata fissata una soglia di utilizzo dai 55-65 anni in su. Secondo l’Aifa, comunque, una dose di vaccino booster con Johnson & Johnson può essere presa in considerazione, ma almeno due mesi prima rispetto alla prassi (quindi dopo tre mesi dal completamento del ciclo vaccinale), per persone dai 18 anni in su.