La morte di Jois Pedone, trovato senza vita alla base di un trabocco a Punta Penna, nelle acque del mare di Vasto il 22 agosto scorso, è ancora un enigma. Secondo la famiglia, ospite a Chi l’ha visto?, il giovane non si sarebbe suicidato e il settimanale Giallo riporta il contenuto di un messaggio, reso noto nella stessa trasmissione di Rai3, che il ragazzo avrebbe inviato a un’amica parlando di un “patto di sangue“.
Nel mistero di Jois Pedone si sarebbe fatta strada l’ipotesi di una presunta setta o di un “rito di iniziazione” alla luce della sua passione per il mondo dell’esoterismo e, dopo il ritrovamento del cadavere e i funerali, la nonna e uno zio del giovane avrebbero notato particolari eventi che hanno segnalato alle autorità. Il 20enne era stato trovato morto in mare, immerso in posizione verticale, con un borsone pieno di sabbia legato alla caviglia come zavorra. Chi lo conosceva non ritiene possibile un suicidio e gli stessi genitori avrebbero avanzato l’ipotesi che Jois Pedone possa aver subito l’influenza di qualcuno nell’immediatezza del decesso.
Il messaggio di Jois Pedone all’amica: “Un patto di sangue…”
“Abbiamo fatto una sorta di rituale: ha fatto un pentagono, un cerchio di sale, ci siamo bucati le dita e ci siamo bevuti l’uno il sangue dell’altro”. Sarebbero queste alcune delle parole pronunciate da Jois Pedone, lo studente di Economia scomparso nella notte tra il 20 e il 21 agosto scorso e ritrovato senza vita in mare il giorno seguente, alla base di un trabocco a Punta Penna a Vasto, nella provincia di Chieti. Si tratterebbe di un vocale che il 20enne avrebbe inviato a un’amica e che è stato rilanciato dal settimanale Giallo, pubblicato per la prima volta dalla trasmissione Chi l’ha visto? che si occupa del caso.
L’oscura ipotesi che aleggia intorno al decesso di Jois Pedone è che possa essere finito nelle trame di una setta e aver partecipato a una sorta di “rito di iniziazione” rivelatosi mortale. A rafforzare le ombre ci sarebbero non solo le condizioni in cui il corpo è stato rinvenuto, ma anche uno strano segno “Z” inciso sul collo, una specie di simbolo di natura ancora non chiara che lo zio sostiene essere stato assente il giorno precedente la scomparsa e forse prodotto con una lama rovente. Il padre di Jois Pedone non ha escluso che il giovane possa essere stato “adescato con la scusa di un rituale per l’evoluzione spirituale, dato che lui era affascinato da questo“. Nel giallo di Jois Pedone ora ci sarebbe anche da risolvere un altro interrogativo: chi è la donna con cui avrebbe fatto il “patto di sangue” di cui ha parlato all’amica? La sua identità, così come molti altri aspetti del caso, è ancora ignota.