Jonathan Bachini a tutto tondo ai microfoni di Quelli della Luna. L’ex calciatore si è raccontato a cuore aperto intervistato da Giampiero Mughini, dal successo da calciatore all’incubo della cocaina, che gli è costata la radiazione. Il primo episodio risale al 22 settembre 2004, il secondo al 4 dicembre 2005: quest’ultima è costata la squalifica a vita, una macchia indelebile per l’ex Juventus e Brescia. «Sono stato emarginato da questo mondo come se fossi stato il Totò Riina del calcio», racconta amaramente Bachini, che evidenzia: «La luce non si è spenta subito, è rimasta accesa in maniera negativa: una luce oscura che ha continuato a illuminarmi. Non è stato facile uscire da questa situazione». L’ex centrocampista si prende le sue responsabilità, non accampa scuse. «Ci sono rimasto male per quanto riguarda gli amici che pensavo di avere nel mondo del calcio: ci sono state pochissime persone che mi hanno fatto qualche chiamata, poi sono spariti tutti come se fossi un lebbroso», spiega, e sottolinea che tra quei pochissimi c’era Roby Baggio: «E’ stata una delle poche persone che mi ha chiamato e che a modo suo mi è stato vicino: un campione in campo ma anche fuori». E c’è la voglia di ricominciare: archiviati i rimpianti per una carriera che avrebbe potuto regalargli gioie e soddisfazioni, Bachini ha l’obiettivo di tornare nel mondo del calcio e dire la sua, una rivincita personale dopo il dramma della cocaina. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
Jonathan Bachini a Quelli della Luna
Jonathan Bachini si racconta a “Quelli della Luna“, il programma condotto da Giampiero Mughini trasmesso su Rete 4. L’ex calciatore racconta la sua storia fatta di errori e cadute, ma anche di rivincite che l’hanno portato a ricostruirsi una vita lontano dal mondo del pallone. Una scelta obbligata per via di una squalifica a vita giunta dopo la doppia positività al test della cocaina. Tutto questo avveniva 13 anni fa e da allora Bachini ha chiesto più volte la grazie alla Coni e alla Figc senza però riceverne il consenso. Un periodo della sua vita che l’ex giocatore ha raccontato così a gazzetta.it: “ero un esterno bravo in tutte le fasi. Non ho mai riflettuto sulla valutazione del mio cartellino ai tempi del famoso trasferimento di Buffon, ma secondo me la cifra era corretta. Anche adesso è difficile trovare esterni così completi. Arrivai alla Juve tra la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, mi aveva voluto Lippi e mi allenò Ancelotti, ma mi sono trovato benissimo dal punto di vista umano. Giocai meno del previsto, andai al Brescia”.
Jonathan Bachini oggi: “un errore può marchiarti per sempre”
Dopo tredici lunghi anni dalla prima squalifica per uso di droghe, Jonathan Bachini ha ricordato quel terribile momento. Per l’occasione ha voluto inviare un messaggio a tutti i giovani invitandoli a riflettere bene sulle proprie azioni: “state sempre attenti, non fate nulla con leggerezza, riflettete che basta un errore per compromettere tutto. Non ne vale la pena, le conseguenze possono essere molto pesanti e ti restano dentro ben oltre l’ambito sportivo. E per quanto sia ingiusto, un errore può marchiarti per sempre. Si dimenticano le cose belle, viviamo in una società che giudica e non perdona”. Riguardo la prima squalifica di nove mesi poi diventa di dodici mesi ricorda: “ci rimasi male perché avevo un ottimo rapporto con il presidente Corioni e con tutto l’ambiente. Avremmo potuto parlarne di più. In quel momento ero frastornato, come un pugile che prende un cazzotto all’improvviso”.
Jonathan Bachini: “mi piacerebbe iniziare un nuovo percorso nel calcio”
La prima squalifica è stato un vero e proprio crollo per Jonathan Bachini: “fu l’inizio del mio calvario. Io ho pagato per i miei errori, ma così mi è stato tolto un pezzo di vita”. Non solo, l’ex calciatore ha raccontato come ha più volte chiesto la grazia alla Federazione, ma ricevendo sempre un sonoro no: “non c’è stato nulla da fare. Le regole sono cambiate e lo statuto antidoping prevede che non ci sia la grazia in caso di recidiva alla stessa sostanza”. La sua unica speranza è Gianni Infantino, presidente della Fifa: “solo lui può darmi la grazia” ha detto. Intanto dopo quella terribile esperienza, Jonathan si è rimboccato le maniche cominciando una nuova vita: “Non ho mai chiesto aiuto a nessuno, anche se quando le cose per me andavano bene io cercavo sempre di dare una mano a chi soffriva. L’indifferenza della gente del calcio mi ha ferito”. Oggi però Bachini ha un sogno: “Nel calcio mi piacerebbe iniziare un percorso, magari allenare in un settore giovanile o fare l’osservatore”.