Jonathan Bachini ha avuto un grande passato nel calcio fra Juventus, Brescia e Udinese. Arrivò anche ad indossare la maglia della nazionale italiana, fino a che non giunse la squalifica per droga, trovato positivo alla cocaina. «Ho commesso degli errori e sono stato squalificato a vita», racconta l’ex calciatore parlando a Libero con Giovanni Terzi. Jonathan Bachini non è più un calciatore, ma è diventato un “comune mortale”: «Da sei anni lavoro al Porto di Livorno come operaio e prima ho fatto il barista e cameriere. È stata durissima…».
Dura soprattutto perchè oltre allo smacco di dover lasciare il mondo del calcio, ha dovuto affrontare anche la sua famiglia: «Prima di tutto è stato faticoso affrontare chi mi amava e dovermi giustificare degli errori commessi. Mi vergognavo, sono stato trattato come il Totò Riina del calcio!», parole che lo stesso aveva già proferito in un’intervista del luglio 2019. Jonathan Bachini non vede le figlie da due anni, recentemente ospiti di Barbara D’Urso: «Non mi aspettavo minimamente un comportamento da parte loro di questo tipo – ha detto a riguardo – certe cose, a mio modesto modo di vedere, si risolvono tra le mura domestiche e soprattutto non ridando in pasto la mia vita passata fatta di dolore ad un programma televisivo. Ho rivisto, nel servizio che precedeva l’intervista, gli errori che ho commesso e a cui ho rimediato con umiltà e tenacia. Non c’era nemmeno un tratto di chi sono ora e di quello che faccio perché, come sempre accade, il bene non fa ascolti. Per questo mi sono sentito umiliato».
JONATHAN BACHINI E LE FIGLIE: “FINO A DUE ANNI FA…”
Jonathan Bachini non vede le figlie da due anni, e come ogni padre non vede l’ora di rivederle: «Ho commesso errori anche da genitore e come sempre mi assumo la responsabilità di ciò che faccio ma loro sanno che, fino a due anni fa, io ci sono sempre stato. Facevo mille chilometri al giorno per poter stare con loro anche se dovevo farmi prestare i soldi della benzina e dell’autostrada da qualche amico per raggiungerle. Tra noi c’è sempre stato un grande amore e penso che non sia del tutto vera la loro narrazione. Ma questo non toglie che mancano anche a me e che sarei felice di poterle riabbracciare». Bachini sa di aver sbagliato ma si sente in qualche modo una vittima di un’ingiustizia: «Senza fare nomi io credo che ci siano stati tanti ex colleghi che facevano uso di cocaina e mai sono stati radiati a vita; questa la trovo una grande ingiustizia. Anche le persone responsabili di aver venduto le partite non sono state radiate! Non sono mai stato un “tossico” – ha aggiunto – e non ho mai avuto bisogno di andare in un centro per farmi disintossicare. Era veramente e stupidamente casuale». Per poi aggiungere e ribadire il concetto: «Ho fatto uso di stupefacenti ma non legati alle partite di calcio ma nella vita quotidiana, in modo saltuario e personale. Ad un test antidoping sono stato trovato positivo alla cocaina e sono stato sospeso».