Joseph Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea, è uscito allo scoperto nelle scorse ore, invitando Israele a non effettuare minacce nei confronti dei giudici della Cpi. Come si legge sul sito del Corriere della Sera, l’esponente dell’Ue ha chiesto a Israele di «non intimidire» o «minacciare» i giudici della Corte penale internazionale.



Il riferimento è alla richiesta del procuratore capo della stessa Cpi di emettere dei mandati di arresto nei confronti di Benhamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, nonché di Yoav Gallant, ministro della difesa, oltre ai più alti vertici di Hamas, a seguito della guerra scoppia in Medioriente lo scorso 7 ottobre, conflitto che va avanti ancora oggi. Un chiaro monito quindi quello di Borrell che nel contempo ha rilasciato anche una intervista ai microfoni dell’emittente spagnola Tve, in cui è tornato a parlare della richiesta di riconoscere lo stato della Palestina.



JOSEPH BORRELLA A ISRAELE: “STATO PALESTINA NON E’ REGALO AD HAMAS”

Anche in questo caso le dichiarazioni non sono apparse affatto al miele nei confronti di Tel Aviv, visto che l’alto rappresentante dell’Ue ha dichiarato che riconoscere lo stato della Palestina «non è un regalo ad Hamas». Borrell ha però precisato che, ogni qualvolta si prenda una decisione per sostenere la costruzione di uno stato palestinese, arriva puntuale la reazione di Israele, che «è quella di trasformarla in un attacco antisemita».

Le parole dell’esponente dell’Unione Europea sono giunte in risposta alla decisione di Israele di vietare al consolato spagnolo di Gerusalemme di fornire dei servizi ai palestinesi, alla luce proprio della votazione di Madrid pro-Palestina. Il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz, commentando la questione, ha definito “antisemita” la dichiarazioni di Yolanda Diaz, vice premier della Spagna, in merito al voler «liberare la Palestina dal fiume al mare».



JOSEPH BORRELLA A ISRAELE: “CRITICARE IL GOVERNO DI NETANYAHU…”

Secondo Borrell sarebbe necessario «distinguere tra criticare il governo israeliano di Netanyahu, un governo democraticamente eletto, e adottare posizioni antisemite o anti-israeliane». Borrell ha continuato, rivolgendosi sempre a Tel Aviv, dicendo che non può “accettare questo gioco”, e che Israele dovrebbe accettare di “essere criticato se qualcuno ritiene che non sta facendo bene le cose”, ricordando come ciò che sta succedendo lungo la striscia di Gaza, con lo spettro di un’offensiva massiccia a sud di Rafah, sta agitando e non poco sia l’Europa quanto il mondo intero.

Borrell ha concluso dicendo che il mondo palestinese è diviso fra un’autorità che viene riconosciuta, finanziata e con cui si hanno rapporti, e un’organizzazione terroristica che è ovviamente Hamas, e che “consideriamo tale. Rafforzare l’Autorità Palestinese non significa rafforzare Hamas – ha ribadito il proprio pensiero – è il contrario, significa dare più forza alla parte della società palestinese che riconosciamo e con cui lavoriamo. Riconoscere lo Stato palestinese non è un regalo al terrorismo”.