Jovanotti, ospite di “Vite – L’arte del possibile”, format di Sky Tg24 condotto da Giuseppe De Bellis, ha effettuato un bilancio della sua carriera artistica. Il cantante si è reso conto di avere tagliato molti traguardi e di avere intonato tanti brani, incontrato numerose persone, suonato a una quantità importante di concerti. Poi, “mi rendo conto che adesso tornano di moda cose che io ho vissuto. Sai, quando rivedo cose che per mia figlia sono nuove, comincio a pensare che è passato del tempo. Però, allo stesso tempo, non mi interessa tutto questo passato. Ho affetto, ho gratitudine, però in realtà penso che guardo avanti, perché comunque mi sento molto creativo, anzi mi sento all’inizio della creatività, che è forse la fase magica”.



Fra le parole più ricorrenti nei singoli di Jovanotti ci sono “vita” e “ballo”. La prima, ha detto Lorenzo Cherubini, prende forma col tempo, ma la seconda (ballo) è forse la scintilla che ha mosso tutto nel suo percorso professionale: “Io amo la musica perché mi fa ballare, soprattutto. Il ballo è misterioso perché è irrazionale, perché è una forma primordiale. Cos’è che muove questa cosa qua? Gli animali non lo fanno, è una cosa legata proprio alla natura dell’essere umano. Per me il ballo, sebbene io sia un ballerino scardinato, primitivo, è un elemento vitale fondamentale. Mi piace fare canzoni da ballo, la musica da ballo mi fa impazzire, è un linguaggio universale”.



LORENZO JOVANOTTI: “VORREI MI DEDICASSERO UNA SALA GIOCHI”

In passato, Lorenzo Jovanotti ha definito i suoi brani “musica da calci in c*lo”, riferendosi alle omonime giostre. Un concetto ribadito anche a “Vite – L’arte del possibile”: “La musica dei luna park a me piace, sono felice se un mio pezzo viene suonato lì o nei calci in c*lo. Per me non è una cosa della quale non andar fiero, anzi: è un traguardo. Un giorno uno mi domandò: ‘Vorresti che ti dedicassero una via?’. Io risposi: ‘No, vorrei che mi dedicassero una sala giochi’, un luogo dove c’è vita, dove ci si diverte”.



Naturalmente, Jovanotti si definisce un innamorato anche delle canzoni d’autore, però mi piace mischiare le cose: una canzone che si balla, ma in cui contemporaneamente riesco a infilare un’immagine che abbia qualcosa di vero, di profondo. Una canzone per me funziona quando ha vari strati, per cui tu la guardi e vedi che prosegue”.