“Love is love” in fondo, e quando c’è l’amore c’è tutto. Non è la prima volta che Jovanotti, nel corso dei suoi “Beach Party” (lo aveva già fatto durante la prima edizione, quella pre pandemia) si auto assume d’autorità il ruolo di “officiante matrimoni”, ruolo che spetta al sindaco o a un responsabile di una amministrazione comunale, e celebra un matrimonio. Quella prima volta si era trattato di un ragazzo e di una ragazza, adesso Jova ha fatto un passo avanti seguendo il trend di massa e ha celebrato un matrimonio gay fra due ragazze, Sara e Silvia, una logopedista e un’insegnante di sostegno della scuola fidanzate ormai da 16 anni. Ovviamente questi matrimoni non hanno alcun valore ufficiale e infatti le due donne si sposeranno il prossimo 4 agosto nel comune di Genova, ma colpisce comunque questo ritualismo. In fondo, siamo o non siamo “una tribù che balla”.



Dai tempi di Madre Teresa e Che Gue Vara, il buon Jova non ha mai fatto segreto di aspirare al ruolo di capo di questa tribù, basata sul sincretismo di tutto quello che i miti ormai tramandano, per cui Madre Teresa può andare a braccetto con un terrorista. Il Jova Beach Party diventa così una sorta di isola del “sol dell’avvenire” dove tutto è concesso e tutto sublimato, e Jovanotti il grande capo. Viene solo da domandarsi perché non fondi un partito: probabilmente riuscirebbe a portare più gente in Parlamento di quanto erano riusciti a fare i 5 stelle, con il suo buonismo piacione sorridente. “Di fronte a 15 mila testimoni io dichiaro che voi ora siete moglie e moglie, si dice così?” ha pronunciato il cantante durante il concerto tenuto sulla spiaggia di Villanova d’Albenga, e poco importano le critiche degli ambientalisti che dicono che questi eventi distruggono, sporcano e danneggiano l’eco ambiente. Certi personaggi capaci di radunare migliaia di persone (paganti) non si criticano mai, hanno il via libera. Anche di assumersi il ruolo di celebrare matrimoni. Tutti contenti? Ma sì, soprattutto i giovani che non hanno problemi economici, che non sono in cassa integrazione, che faticano ad arrivare a fine mese, che non sono sposati (sul serio) e che hanno figli, che lo stato italiano si guarda bene dal sostenere. In fondo “love is love” e qualunque altra cosa viene cancellata da una tribù che balla.

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