Usando una metafora ciclistica si potrebbe dire che Jovanotti ha tirato la volata a Gianni Morandi. Il traguardo è quello del Festival di Sanremo 2022 che scatta oggi e che ieri ha portato Lorenzo Cherubini a spiegare in un lungo post su Facebook com’è nato il brano: “L’ho scritta usando un cellulare, nella stanza con la giungla alle pareti, che è dove scrivo le canzoni quando sono da solo e quindi non si va in studio. Era più o meno aprile di un anno fa, ma quando è nato il pezzo era una specie di sgorbio punk (i miei pezzi prima di passare nelle mani di musicisti esperti e produttori con i piedi per terra sono tutti punk, nel senso che sono scarabocchi dentro ai quali solo io intravedo una forma compiuta). Dal testo si capisce immediatamente che sto parlando di una situazione in cui ci si sente costretti, chiusi, in balia delle abitudini quando le abitudini stanno per trasformarsi in gabbie, che per quanto dorate sono sempre gabbie. Quelle gabbie che si fa fatica a rompere perché alla fine lì dentro abbiamo tutto quello che ci serve, tranne l’energia, però. Poi quindi arriva il pre-ritornello e seguendo una progressione tipica del soul e del beat si apre un varco, lo spirito reagisce e dice a se stesso “no cazzo, devo reagire a questa situazione, devo guardare avanti e darmi una mossa” e così dopo una salita il pezzo fa come un’onda che si carica di tensione e poi sbam scarica tutta la forza a riva, col ritornello“.



Jovanotti: “Vi spiego com’è nata la mia canzone per Gianni Morandi a Sanremo 2022”

Jovanotti ha svelato poi tutti i retroscena sulle modalità che lo hanno portato a “donare” questo brano a Gianni Morandi e a portarlo a Sanremo: “Avevamo un bel pezzo per me, non pensavo ancora a Morandi ma in realtà lo pensavo come un pezzo mio alla Morandi, diciamo così. Poi è rimasto lì nella playlist delle bozze e d’estate lo abbiamo preso in mano per portarlo avanti insieme agli altri che stavano nascendo. In quei giorni in cui ci stavo mettendo la testa, era settembre, mi sono sentito con Morandi per salutarci e abbiamo parlato di Sanremo. Io gli ho detto che Sanremo in questi ultimi anni con la direzione di Amadeus è cambiato molto, e in bene, e uno come lui, gente come noi, ci dicevamo al telefono, oggi a Sanremo se si vuole divertire prova a presentarsi in gara. Morandi è un tipo che vuole stare nella mischia, non è un mito per caso“. Jovanotti continua: “Gianni Morandi è un gigante dello spettacolo e i giganti dello spettacolo, quelli davvero grandi, hanno una cosa che li distingue e si chiama ISTINTO. Sono dei giocatori. Sentire Gianni che al telefono mi dice “mi piacerebbe avere una canzone da proporre ad Amadeus, non un pezzo strappalacrime però, vorrei portare una luce, un pezzo da bar sul lungomare, una cosa che continui un po’ il discorso iniziato con “l’allegria”, perché quella canzone ha aperto qualcosa in me che vorrei tenere aperto”. Gli ho risposto di darmi qualche giorno e mi sarei fatto sentire e così è stato. Gli ho mandato il demo di “apri tutte le porte” adattato alla sua tonalità e con più melodia rispetto a come era nato. Perché io sono soprattutto un cantate ritmico (lo sono anche quando sono melodico) mentre Gianni è più lirico, è uno che ha bisogno di qualche nota lunga, di qualche vocale da stirare per avere l’effetto Morandi, quello che ti fa allargare le braccia anche sotto la doccia. A Gianni la canzone è piaciuta subito, mi ha chiesto di vederci per approntare alcune modifiche che voleva propormi per farla respirare meglio. Poi lo ha sentito Amadeus e ci ha dato buone speranze, il pezzo gli era piaciuto moltissimo“.



Jovanotti: “A Sanremo 2022 tifo Gianni Morandi”

Jovanotti ha così concluso il suo post: “Sono contento ed emozionato per Gianni a Sanremo con una mia canzone. I motivi sono tanti, io adoro Morandi, le sue canzoni sono nella mia vita da prima che nascessi. La mia mamma mi portò a un concerto di Morandi in piazza a Cortona un’estate di tanti anni fa, io avrò avuto 10 anni al massimo, ero solo io con la mia mamma e tutta la piazza Signorelli piena. Non so perché fossimo solo io e lei, non ricordo il motivo, forse non c’è motivo, è il famoso caso, che non esiste. Lei era seduta alla mia destra e la guardavo mentre guardava il concerto, mi ricordo il suo profilo, e mi ricordo che era felice, per un attimo era riuscita a “staccare” ed era tornata ragazza degli anni 60, ma tutto questo l’ho pensato solo dopo, anzi lo sto pensando adesso, forse aggiungendo un po’ di enfasi a una cosa semplice: la forza delle canzoni e i ricordi che ci rendono quello che siamo. Buon Sanremo a tutti. Tifo Morandi ma il mio in bocca al lupo è per tutti i cantanti, che sono lì a fare il lavoro più bello del mondo“.

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