Jovanotti, alias Lorenzo Cherubini, si è raccontato a “Stories”, rubrica in onda su Sky Tg24, ripercorrendo le sue radici, la sua infanzia, i suoi sogni, sino a giungere alla consacrazione in ambito musicale e alla quotidianità odierna. Da bambino, l’artista era “solitario, socievole, ma avevo tutto un mio mondo avventuroso. Mi piaceva perdermi. La mia formazione sentimentale ed emotiva è avvenuta tra San Pietro (abitavo a cento metri da Santa Marta) e Cortona. Due realtà molto diverse, che ho incarnato e assimilato dentro di me”.



Fino all’età di 15 anni, Jovanotti pensava di avere le idee estremamente chiare circa il suo futuro, tanto che ha confessato: “Ero assolutamente certo di fare il pittore, di realizzare mosaici e affreschi. Il mio punto di riferimento era Raffaello Sanzio. Vivevo in Vaticano e quindi, quando vedevo la Trasfigurazione di Raffaello dal vivo, per me quella sarebbe stata la cosa che avrei fatto”. Poi, invece, è arrivata la folgorazione per la musica: “Ero un ragazzetto che aveva voglia di avere successo. Usavo la lingua italiana come un martello, mi divertivo molto, ma era anche un periodo in cui mi sentivo a disagio rispetto alla percezione che avvertivo che il pubblico avesse di me. Venivo incasellato come un ‘pirla’, come uno che fa casino e non ha nessuna educazione musicale. D’altra parte, in quel periodo c’erano i cantautori con la ‘C’ maiuscola: la musica italiana era Lucio Dalla, Fabrizio De André. Io ero una specie di Pinocchio, poiché venivo dalla musica da ballo”.



JOVANOTTI: “IL DOLORE TI FA SENTIRE CHE ESISTI”

Grandi successi, ma anche frangenti complicati nella vita e nella carriera di Lorenzo Jovanotti, che a “Stories” ha asserito: “Non so cosa sia il dolore, ma so che ti fa sentire che esisti. Mentre la gioia ti fonde con gli elementi, il dolore ti riporta al peso delle cose, della realtà e alla sua ineluttabilità. Mi sento uno che danza attraverso la vita, anche se questa a volte ti fa inciampare. Tuttavia, se danzi, un inciampo può trasformarsi in coreografia”.

A proposito del conflitto bellico in corso in Ucraina, Jovanotti ha sottolineato l’anacronismo di quanto sta accadendo: “Stavamo entrando in un tempo in cui pensavamo che la geografia stesse scomparendo dai programmi scolastici, complice la diffusione di Google Maps. Invece, pare esserci la volontà di tornare a un tempo in cui si uccidono degli innocenti e si mette in conto che muoiano per una causa legata a un confine. Mettere in conto la morte di un bambino o di una nonna per una ragione così assurda, non ha senso. Ma la pace dobbiamo trovarla dentro di noi”.