Judoka sospeso per aver fatto il segno della croce durante una gara alle Olimpiadi. L’atleta serbo Nemanja Majdoc, già vincitore di diverse medaglie, dovrà restare fuori dalle competizioni per 5 mesi, dopo che la Federazione Judo ha deciso di sanzionarlo per aver mostrato un chiaro segno religioso, gesto a quanto pare vietato dal regolamento ufficiale. I giudici hanno anche inviato una lettera, ricevuta dal judoka e poi pubblicata sui social, nella quale si spiega la motivazione: “Caro signor Majdov, durante la quinta giornata dei Giochi Olimpici di Parigi, lei ha mostrato un chiaro segno religioso quando è entrato nell’arena per la gara con il signor Theodores Celidis.”



La motivazione prosegue: “Le regole della Federazione Mondiale di Judo indicano che esiste una base punitiva perché nessun oggetto o movimento religioso può essere mostrato prima, durante o alla fine del combattimento“. Ora, quello che sta facendo discutere, non è tanto l’applicazione del regolamento, ma il fatto che questo divieto sia stato a quanto pare applicato solo in questa disciplina sportiva, visto che durante il Giochi Olimpici moltissimi altri sportivi hanno chiaramente indossato simboli o fatto gesti riconducibili alla loro fede.



Judoka sospeso 5 mesi per aver fatto il segno della croce in gara alle Olimpiadi: “Non intendo scusarmi per il gesto religioso”

Nemanja Majdoc, il judoka sospeso dalle competizioni per aver fatto il segno della croce durante una gara agli ottavi di finale delle Olimpiadi di Parigi, ha commentato la decisione dei giudici della Federazione, non solo pubblicando la lettera ricevuta, che ora sta provocando polemiche, ma anche dichiarando di non volersi pentire per il gesto religioso, in quanto, secondo quanto affermato, gli era stato chiesto di chiedere scusa per aver infranto il regolamento e ricevuto la penalizzazione.



In una serie di post su Instagram, l’atleta aveva duramente criticato la decisione dei giudici, sottolineando: “«Personalmente non è una novità, solo una nuova pagina nella mia carriera e una nuova esperienza di vita. Mi dispiace che uno sport così bello e difficile come il Judo sia caduto in queste cose“, aggiungendo anche: “Lode al Signore per avermi dato tutto, a livello personale e nella carriera“. Prima della partecipazione ai Giochi di Parigi aveva anche scritto un messaggio sui suoi canali social nel quale si mostrava orgoglioso della sua identità: “È un onore rappresentare la Serbia ed è un privilegio speciale essere serbo e cristiano ortodosso”.