Era il suo timore fin dall’inizio dell’arresto appena fuori dalla Ambasciata dell’Ecuador e ora si sta per concretizzare quanto il fondatore di Wikileaks temeva da anni: il governo inglese ha firmato questa mattina la richiesta di estradizione per Julian Assange proposta dagli Stati Uniti precisando che però la decisione finale spetta comunque al tribunale d Londra. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno Uk, Sajid Javid durante un programma di Radio Bbc: «il fondatore di Wikileaks è giustamente dietro le sbarre. C’è una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti che sarà al vaglio del tribunale domani, ma ieri ho firmato l’ordine di estradizione, l’ho certificato, e sarà in tribunale venerdì». Al momento l’atto del Ministro ha un valore solo preliminare e fino a che non sarà il magistrato a pronunciarsi, il giornalista indagato e condannato per aver diffuso illegalmente segreti di stato Usa (e non solo) potrà rimanere a Londra in cella dove sta scontando la pena per la violazione della libertà vigilata che gli era stata concessa durante il processo (per essersi rinchiuso in asilo politico nell’ambasciata ecuadoregna).
ASSANGE SEMPRE PIÙ VERSO GLI USA, MA DECIDE IL GIUDICE
Fino a poche settimane fa sembrava la Svezia sul punto di richiedere l’estradizione per Assange, accusato di stupro da due donne diverse: ma la stessa corte di Stoccolma aveva poi bloccato la richiesta sostenendo che il fondatore di Wikileaks potrebbe tranquillamente essere interrogato anche a Londra e «non è dunque necessario farlo arrivare a Stoccolma per decidere se debba essere incriminato o meno per le accuse di abusi sessuali». Assange ha sempre respinto ogni accusa di molestie e anzi, ha sempre riferito che quella vicenda in realtà era stata costruita per poi portarlo all’estradizione in America. Ora però è lo stesso Governo inglese a voler portare il soggetto negli Stati Uniti dove però rischia diversi anni di carcere dopo quanto successo nello scandalo Wikileaks: al momento Assange è ricoverato nel reparto dell’ospedale di massima sicurezza a Londra per precarie condizioni di salute ma saranno d’ora in poi le udienze previste per giugno e agosto a dover definire, forse per sempre, il futuro fuori o dentro al carcere per l’ideatore di Wikileaks.