Julian Assange rischia di morire: di questo avviso sessanta medici, che hanno inviato una lettera al ministro dell’Interno britannico Priti Patel ed al governo di Boris Johnson. Esperti di tutto il mondo – dal Regno Unito allo Sri Lanka, passando per luminari europei e australiani – hanno firmato la missiva destinata alla Gran Bretagna: il cofondatore e caporedattore di WikiLeaks soffre di disturbi fisici e psicologici, tra cui la depressione, e necessita di cure mediche urgenti. Attualmente in carcere a Belmarsh, Londra, Assange affronterà a febbraio l’udienza in cui contesterà l’estradizione negli Stati Uniti d’America, dove deve rispondere a 18 capi di imputazione. Come riporta Sky News, i medici hanno espresso preoccupazioni sul fatto che il giornalista di Townsville possa sostenere un processo e hanno chiesto il suo trasferimento in un ospedale universitario per un checkup e per le terapie del caso.



“JULIAN ASSANGE RISCHIA DI MORIRE”

Arrestato a Londra dopo essersi nascosto per sette anni all’ambasciata ecuadoriana in Inghilterra, Julian Assange necessita «di una valutazione medica urgente da parte di esperti», in quanto «rischia di morire in prigione». Per questo motivo, «qualunque terapia medica deve essere somministrata in un ospedale universitario adeguatamente attrezzato e dotato di personale esperto». Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore con la risposta del Governo britannico: ricordiamo che Assange sta scontando una pena di 50 settimane di reclusione e il prossimo 24 febbraio 2020 inizierà il dibattimento sulla richiesta di estradizione presentata dagli Usa. Il 48enne è accusato di numerosi reati, 18 per la precisione: una delle accuse mosse nei suoi confronti è quella di aver messo a rischio le fonti governative statunitensi con la pubblicazione di documenti riservati su WikiLeaks a proposito delle manovre dell’esercito in Iraq e Afghanistan.

Leggi anche

Angela Merkel: “frenai ingresso Ucraina nella Nato”/ “Impegno adesione per Putin fu dichiarazione di guerra”CAOS LIBANO/ "Meglio ritirare Unifil, all'Italia non servono vedove di pace"