Svolta tutt’altro che “improvvisa” nel complesso caso Julian Assange, il fondatore di Wikileaks arrestato e condannato a 12 mesi di carcere a Londra dopo un esilio “forzato” all’interno della ambasciata dell’Ecuador avvenuto proprio per l’inchiesta che pendeva sulla sua testa dalla Svezia: ora da Stoccolma arriva la novità con la richiesta di arresto per le accuse di due donne su un possibile stupro avvenuto nel 2010. Il pubblico ministero di Svezia ha annunciato questa mattina «La pubblica accusa svedese incaricata delle indagini sulle accuse di stupro contro Julian Assange ha chiesto l’emissione di un mandato d’arresto contro il co-fondatore australiano di WikiLeaks». Attualmente la pena detentiva in Regno Unito è di 50 settimane per aver violato le condizioni sulla libertà vigilata ma è chiaro che l’attesa è tutta per quello che potrebbe avvenire dopo il rilascio dalle carceri inglesi.



JULIAN ASSANGE, PRONTA L’ESTRADIZIONE?

Nei fatti, la richiesta di oggi avvicina e molto la possibile estradizione che il Governo di Svezia potrà fare nelle prossime settimane nei confronti di Assange, passo alquanto temuto dal giornalista visto che – a sua volta – potrebbe avvicinare Assange agli Stati Uniti, il vero “spauracchio” del fondatore di Wikileaks visto che lì rischierebbe una condanna ben maggiore per le violazioni dei segreti di Stato e la diffusione dei documenti riservati. La richiesta di estradizione è stata già emessa dagli Stati Uniti e se Londra dovesse “cedere” alla Svezia, ritengono i legali di Assange, potrebbe profilarsi un viaggio di sola andata per gli Stati Uniti direttamente da Stoccolma. «Chiedo al tribunale distrettuale di ordinare l’arresto di Assange in contumacia in base al presunto stupro», ha fatto sapere la vice procurato generale svedese Eva-Marie Persson. Non solo, se il tribunale decide per la detenzione, il magistrato aggiunge «su un sospetto caso di stupro, io farò richiesta di un mandato d’arresto europeo».

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