In prima linea per difendere la sua Ucraina, al fianco dell’ex avversario alle elezioni Zelensky. Julija Tymoshenko è stata ospite a Oggi è un altro giorno da Donetsk e ha fatto il punto della situazione sull’invasione russa: “Le persone hanno bisogno del nostro aiuto e del nostro sostegno. Stanno attraversando le ore più difficili della loro vita. Oggi noi popolo ucraino dobbiamo essere forti come mai, dobbiamo essere una famiglia unita”.



“Ho incontrato due volte Putin quando ero premier. Abbiamo avuto varie conversazioni. Posso dire che oggi quello che sta succedendo in Ucraina è una guerra molto crudele e molto brutta. Quando la temperatura era -20°, Putin ha dato l’ordine di bombardare un paese europeo. Non si è interessato di togliere la casa dei bambini con una temperatura di -20°”, ha proseguito Julija Tymoshenko nel corso del suo dialogo con Serena Bortone: “Hanno oltrepassato ogni limite con questa aggressione. L’Ucraina non è un paese di guerra, vuole la pace. Conoscendo Putin, posso dire che lui conosce solo la forza: andrà avanti fino alla fine. Putin vuole restaurare l’impero zarista, vuole riprendere anche Moldavia e Georgia. Non si fermerà. L’Ucraina non potrà vincere da sola, ma oggi non è da sola: 42 Paesi ci sono vicini, sono con noi”. (Aggiornamento di MB)



Chi è Julija Tymoshenko

Julija Tymoshenko è una politica e una imprenditrice di grande successo nel settore energetico, e non per questo si è conquistata il soprannome di “principessa del gas”. Nata in Ucraina il 27 novembre del 1960, è entrata nel mondo della politica dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, precisamente nel 1996, quando venne eletta alla Verchovna Rada, parlamento di Kiev, poi rieletta anche nel 1998 e in seguito nel 2002, 2007, 2014 e 2019. Inizialmente “corse” da indipendente per poi unirsi al partito Hromadae fondando poi nel 1999 il partito Patria, del quale la stessa è la leader da più di 20 anni. Dal 2001 al 2012, invece, ha guidato la coalizione Blocco Julija Tymoshenko.

Durante il governo Juscenko è stata vice primo ministro con deleghe ai combustibili e all’energia, ed è stata una delle principali leader della rivoluzione arancione contro i brogli elettorali del 2004. L’anno seguente ricoprì la prestigiosa carica di primo ministro ucraino, così come fra il 2007 e il 2010, sotto la Presidenza di Viktor Juščenko, prima donna a ricoprire tale incarico nel proprio paese. Nel 2010, poi, si candidò alle elezioni presidenziali, ma venne sconfitta al ballottaggio da Viktor Janukovyč, di conseguenza a marzo dello stesso anno rassegnò le dimissioni dalla carica di capo del governo.

JULIJA TYMOŠENKO: LA SCONFITTA ALLE PRESIDENZIALI DA PARTE DI ZELENSKY

Nell’anno successivo Julija Tymoshenko fu protagonista di un discusso processo per abuso di potere riguardante la firma di alcuni contratti per la fornitura del gas, venendo incarcerata in quel di Kiev e poi condannata nell’ottobre del 2011 a sette anni di carcere, procedimento che ebbe una grossa eco a livello internazionale, e che portò la Corte europea dei diritti dell’uomo, a definire lo stesso una incarcerazione preventiva “arbitraria”, mettendo quindi in dubbio la legittimità della detenzione di Julija Tymoshenko.

Anche per via di questo clamore internazionale, l’ex primo ministro ucraino venne scarcerata nel 2014, per poi tornare a candidarsi alle presidenziali dello stesso anno e anche del 2019, non riuscendo però a convincere fino in fondo il popolo ucraino (nell’ultima occasione fu sconfitta dall’attuale presidente Zelensky). Oltre al soprannome di Principessa del Gas, Julija Tymoshenko è stata anche definitiva Giovanna D’Arco per il suo attivismo nonché Lady di ferro ucraina per il suo pugno duro in stile Margaret Thatcher. Nel 2005 la rivista Forbes la inserì al terzo posto fra le donne più potenti al mondo.