Julio Velasco, fresco di medaglia d’oro alle olimpiadi di Parigi con le ragazze della pallavolo, si è raccontato a cuore aperto ai microfoni del Corriere della Sera. Ha parlato di tante cose, a cominciare dal papà, morto di una pancreatite quando Julio Velasco era solo un bambino, ed evento che ha segnato il carattere dello stesso, come racconta l’allenatore: “Tante cose da uomini ho dovuto impararle da solo”, come ad esempio fare la barba ma anche il se*so e a riguardo il tecnico argentino racconta un curioso aneddoto: la madre lo scoprì con un giornaletto vietato e il giorno dopo gli fece trovare un libro sull’educazione sessuale.



Julio Velasco ha anche delle origini italiane, essendo la nonna materna di Camogli, così come i suoi fratelli, e proprio per questo (forse anche per via del lunghissimo periodo passato nel nostro Paese), l’allenatore si sente sia argentino che italiano: “Al mondo non esistono due popoli più simili”, ammette, precisando però che i nostri connazionali sono più saggi, mentre gli argentini più spensierati e “giovani”.



JULIO VELASCO E IL PASSATO POLITICO

Prima di diventare uno degli allenatori di pallavolo più vincenti di tutti i tempi, Julio Velasco era un militante politico, facente parte del partito comunista rivoluzionario, ma che nel contempo si schierava contro l’Unione Sovietica. Il tecnico voleva vivere una rivoluzione, sia sociale quanto culturale che politica, e proprio per questo divenne presidente del Centro degli studenti di Filosofia e Lettere nel 1972.

Erano gli anni che precedettero il famoso golpe del 1976, quello che Julio Velasco definisce come “il peggiore della nostra storia”, nonché il più spietato e sanguinoso e che coinvolse anche il fratello dell’allenatore, Luis: “Andarono a prenderlo a casa sua alle tre del mattino”. Nessuno seppe dove fu portato poi un mese e mezzo dopo ricomparve ma “ne uscì devastato”, ricorda ancora Velasco, sottolineando che “non era più lo stesso” e nemmeno la mamma.



JULIO VELASCO: “MOLTI AMICI VENNERO UCCISI”

Luis morì poco tempo dopo, e secondo Julio fu proprio quel periodo di detenzione che lo ammazzò piano piano. Durante il golpe Julio Velasco perse anche i suoi due migliori amici, due compagni di università, ma anche tanti altri conoscenti che in quel bruttissimo periodo vennero torturati o uccisi. Fortunatamente l’allenatore si salvò, e lo fece recandosi a Buenos Aires “dove era più facile passare inosservati”. Quando si recò nella capitale disse solo a poche persone quale fosse il suo indirizzo: fu difficile ma poi arrivò la pallavolo “che mi ha salvato”.

Da una tragedia è nata quindi una speranza, con Julio Velasco che iniziò ad allenare i bambini e ad “innamorarmi del mio lavoro”. Fu l’inizio di una grande epopea che ha portato Velasco sul tetto del mondo, con l’oro olimpico del volley femminile. Fra le grandi protagoniste di questa cavalcata anche Paola Egonu, che era stata esclusa in precedenza dalla Nazionale: “rispetto ogni scelta” dice a riguardo Julio Velasco.

JULIO VELASCO: “UN ALLENATORE NON DEVE ESSERE AMICO DEI GENITORI”

Ma il tecnico italo argentino potrebbe mai innamorarsi di una pallavolista? “No”, risponde secco, aggiungendo di mantenere sempre le distanze anche perchè “un allenatore non deve essere amico dei giocatori”, non sono dei genitori o vanno alle feste assieme, aggiunge. In chiusura di intervista Julio Velasco è stato incalzato sulla morte, di cui il tecnico, avendola vissuta in prima persona come raccontato sopra, ammette di non averne paura, ma spera solamente che sia “veloce e inaspettata”, che sopraggiunga magari mentre sta facendo qualcosa di nuovo, o comunque mentre sta risolvendo un problema.

Insomma a Julio Velasco non sembra piacere più di tanto invecchiare: “l’idea della pensione mi fa orrore”, chiosa, aggiungendo di invidiare quegli artisti che di fatto in pensione non vanno mai. Forse Julio Velasco non sa che anche lui è un grande artista, di conseguenza per lui il pensionamento non arriverà mai.