Julio Velasco è un allenatore di pallavolo, c.t. della nazionale italiana maschile che negli anni 90 ha incantato tutti gli amanti di questo sport, e non solo. Nato a a La Plata, vicino Buenos Aires nel 1952, è arrivato in Italia all’età di 31 anni a Modena dove vinse 4 scudetti consecutivi facendosi conoscere a livello nazionale come grande allenatore. Con la Nazionale ha vinto di tutto ed oggi, invece, è il direttore tecnico dei settori giovanili maschili che dominano a livello internazionale. Una carriera all’insegna di successi nel mondo della pallavolo.



Intervistato ai microfoni dei colleghi del Corriere della Sera, Julio Velasco, ha parlato dell’odierna nazionale italiana di Pallavolo: “Questi risultati arrivano dopo un percorso. E se nel femminile non ci sono mai stati dubbi sulla salute del movimento, al maschile la concorrenza è maggiore. Ma non si commetta l’errore di fermarsi proprio adesso. Ora bisogna insistere e lavorare ancora di più sul reclutamento. Lo so che gli allenatori preferiscono tecnica e tattica, ma se non hai a chi insegnarle, a che servono?”, dice l’esperto tecnico Velasco, poi continua: “La Juniores campione del mondo l’anno scorso sono titolari in Superlega. E credo che sia una tendenza destinata a proseguire“.



JULIO VELASCO: “LO SPORT È UNA SCIENZA COMPLESSA”

Lezioni di sport quelle che da il tecnico argentino, nativo di La Plata. Nella sua intervista, ai colleghi del Corriere della Sera, Julio Velasco, ha spiegato qual è la ricetta giusta per centrare la vittoria nel mondo dello sport:Lo sport è scienza complessa e semplificarla è ingiusto e inutile. Hai vinto? Bravo. Ora, però, vai oltre, lavora sulle criticità, senza lasciarti distrarre dal resto, anche perché al prossimo torneo diranno che sei favorito. E la storia dello sport è piena di favoriti che non hanno vinto“.



Ma non solamente nel mondo della pallavolo; Velasco, da uomo di sport si riferisce anche alla Nazionale italiana di calcio, che dopo aver vinto l’Europeo nel 2020, seppur giocato nel 2021. è fuori dal prossimo mondiale di calcio in Qatar: “Fino a poco prima dell’Europeo sembrava che il calcio italiano fosse un disastro. Poi è diventato un modello: dovevamo vincere anche il Mondiale, dicevano. Per vincerlo, però, bisogna arrivarci. E ora tutti sostengono che bisogna ricominciare da capo. Forse la verità era più complessa di questi titoli“.