La guerra tra Israele e Hamas rischia di allargarsi. A lanciare l’allarme è Walid Jumblatt, leader dei 300mila drusi libanesi, ex comandante nella guerra civile del 1975-1990 e da sempre vicino alla causa palestinese. Il rischio che il Libano non riesca a sfuggire al conflitto c’è ed è concreto. “Ci stiamo provando. Ma cosa possiamo fare? Gli americani hanno smesso di fare politica e ora mandano le portaerei. La guerra c’è già, al confine Sud, e potrebbe divampare“, dice a Repubblica.
Jumblatt è critico con l’Occidente, in particolare con l’Europa. “C’è un massacro a Gaza e l’Europa tace, nemmeno una richiesta di cessate il fuoco sono riusciti a sostenere. Una volta c’erano Craxi, Andreotti, Berlinguer, Chirac, la Merkel, ora votate come l’Austria“. Nell’intervista, l’ex comandante del Libano rilancia le accuse all’Occidente: “L’Europa è assente e gli Stati Uniti mandano portaerei nel Mediterraneo, per fare cosa? Per proteggere la pace o per allargare questa guerra?“. Per Jumblatt sono responsabili della crisi in Medio Oriente, “perché non riconoscono nemmeno più l’occupazione“.
“GUERRA ISRAELE E HAMAS? RELIGIONE NON C’ENTRA NULLA”
Per Walid Jumblatt la guerra non è tra ebrei e islamici, la religione non c’entra nulla. “Netanyahu parla della profezia di Isaia, ora dobbiamo tutti rimetterci a leggere la Bibbia. (..) So che questa è una guerra di resistenza a una occupazione, non c’entra nulla la religione, è politica“. La sua riflessione comprende anche i tanti accordi non rispettati. “Abbiamo accettato molto tempo fa la soluzione dei due Stati, ma dal 1967 gli israeliani hanno continuato a costruire insediamenti e ora hai 800mila coloni che occupano la terra dei palestinesi in Cisgiordania“, racconta a Repubblica. Inoltre, attacca Blinken dopo la visita a Netanyahu, a cui ha dichiarato di essersi recato da lui in primis in quanto ebreo. “Sono rimasto senza parole. Gli Stati Uniti adesso non riconoscono nemmeno più che c’è un’occupazione? Sono contrario a fare di questo conflitto una guerra tra musulmani e ebrei, la religione non c’entra“.
Jumblatt contesta anche la definizione di Hamas, che rappresenta sì una parte dei palestinesi, ma non avrebbe nulla a che fare con la jihad. “Gli europei e gli americani adesso vedono terroristi ovunque, solo terroristi, come dicevano anche di Arafat“. Neppure Abu Mazen può fare molto: “Non ha il potere di dare ai palestinesi le loro legittime aspirazioni nazionali“. Bisognerebbe spingere per un cessate il fuoco e nuove elezioni, arrivando ad una nuova leadership. Nel frattempo, il Libano spera di restare fuori dal conflitto, ma basta poco per farlo “divampare in tutta la regione“. Jumblatt non sa quali siano le intenzioni degli Hezbollah, ma ha le idee chiare sui prossimi passi: “Io dico: fermate i massacri a Gaza e parlate. Noi stiamo facendo il nostro meglio per non essere trascinati in una guerra totale che nessuno vuole qui, ma non so se potremo sfuggirla“.