Non si placano le polemiche su Junior Cally, rapper scelto da Amadeus tra i 24 protagonisti del prossimo Festival di Sanremo 2020. Anche la politica è scesa in campo, ecco la presa di posizione di Matteo Salvini: «A proposito mi vergogno di quel cantante che paragona Donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana». Così, invece, Mara Carfagna: «La notizia di Junior Cally a Sanremo 2020 è avvilente. Gli sforzi di chi si impegna ogni giorno per combattere la violenza maschile rischiano di essere vanificati dalla scelta di dare visibilità a chi nei suoi testi inneggia al femminicidio e tratta le donne come trofei o vittime». Intervistato da Quotidiano.net, il giovane artista ha tenuto a sottolineato di aver sbagliato e di aver fatto fronte agli errori commessi: «Non rinnego niente di me, ma non vado certo fiero dei miei sbagli. Ho fatto una bravata, una cavolata, ma non sono un gangster». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

JUNIOR CALLY NEL CAOS, ACCUSE DI SESSISMO

Proprio mentre si placavano le polemiche sulle dichiarazioni di Amadeus riguardo le co-conduttrici “ovviamente bellissime”, al Festival di Sanremo 2020 scoppia il caso Junior Cally. Un gruppo di deputate ha scritto una lettera contro le frasi del direttore artistico tirando poi in ballo anche il rapper. Le parlamentari, di vari schieramenti, contestano la presenza in gara di un artista che in passato ha firmato brani «pieni di violenza, sessismo e misoginia». Nel documento si sottolinea che la direzione artistica è «in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai», i cui principi generali prevedono, ad esempio, di «superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione». Ma Junior Cally respinge le accuse e si dichiara «contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente, sembra banale dirlo, ma non lo è, contro la violenza sulle donne». Anche il presidente della Rai comunque prende posizione sulla vicenda.

SANREMO, CASO JUNIOR CALLY: IL MANAGER LO DIFENDE, MA FOA…

Marcello Foa esprime infatti «forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata». Il presidente della Rai spiega infatti che scelte come quella di Junior Cally «sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani», quindi chiede ad Amadeus di «riportare il festival nella sua giusta dimensione». Sempre in merito al rapper, Foa spiega che «chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale». Il management di Junior Cally però è perplesso riguardo il caso: «Non capiamo se la polemica sia di carattere musicale o politica», riporta Repubblica. Le polemiche non riguardano le rime antipopuliste del brano in gara, ma sono «legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue rime erano su temi diversi da quelli di oggi». Inoltre, il manager spiega che «su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla». E quindi chiede: «O si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano».