FRANCO BATTIATO, IL RICORDO DI YURI CAMISASCA

Ad un anno dalla scomparsa di Franco Battiato, è ancora uno dei suoi amici e collaboratori più fidati – il musicista Juri Camisasca – a volerne ricordare i lati meno “conosciuti” del genio siciliano: nei giorni scorsi nella chiacchierata a “La Repubblica”, l’artista milanese aveva raccontato da vicino il suo rapporto intimo e speciale con Franco, oggi a “Il Fatto Quotidiano” invece racconta i lati meno “nobili” così come lo spiacevole comportamenti di certi presunti amici del grande poeta catanese negli ultimi mesi di vita.



«Il nostro feeling era artistico, ma soprattutto di natura esistenziale», racconta Juri Camisasca, che da ex eremita benedettino negli anni 70 ha iniziato a conoscere e amare artisticamente il genio di Franco Battiato. «Ero lì quando è morto, a 70 metri da lui», racconta ancora Camisasca facendosi molto cupo, «è stato un trauma. Anche se uno si prepara, ci pensa, ci riflette, immagina, lo choc resta. Lui è stato l’amico della mia vita. E il mattino dopo ho sentito la mazzata». Juri racconta un Franco che però in quegli ultimi giorni era sereno in maniera inaudita, «lui che solitamente era in polemica con il mondo».



“TROPPI SI SONO APPROFITTATI DI BATTIATO NEGLI ULTIMI TEMPI”

Battiato viene ricordato dall’amico come profondamente insofferente la politica e le ingiustizie viste nel mondo: «aveva il suo caratterino», racconta divertito oggi Camisasca, «quando capitava era meglio stargli lontani. Stiamo attendi a non dipingere Franco come un santino, non era così», ammette l’amico e sodale artista, «era un incazzoso e un provocatore […] ma sapevo come prenderlo e planavo su certe tematiche di natura spirituale o dogmatica […] lui credeva nell’essere, altrimenti diventiamo come tanti studiosi con una cultura eccezionale ma umanamente delle mediocrità».



Provocatore ma allo stesso tempo grande conoscitore dell’animo umano, definito addirittura “antropologo” da Juri Camisasca nel suo ricordo sul “Fatto”: «i suoi guadagni poi», continua a raccontare, «hanno messo in risalto la generosità. Quanti soldi ha prestato, dato via, regalato…». Non nasconde qui Camisasca il dolore per i tanti che in qualche modo se ne sono approfittati di questo modo d’essere di Franco Battiato, «in tanti. E non voglio dire altro… ho assistito a scene pessime, abominevoli, soprattutto negli ultimi tempi quando non era completamente in sé. Ho visto la miseria umana». Addirittura Camisasca lancia accuse dirette alla sua “cerchia ristretta”, senza comunque far nomi: «lì dentro si è inserito qualcuno che così stretto non era […]. Ci sono persone che millantano un rapporto con lui e solo per mettersi in mostra. Ma lui era veramente un essere speciale…».