Juri Camisasca è un cantautore e pittore di icone la cui vita è segnata dall’incontro con Franco Battiato. Un incontro casuale, avvenuto durante il servizio militare a Udine. Fu proprio Battiato a introdurlo al mondo discografico. «Sembrava che Franco l’avesse scovato in capo al mondo», raccontò il critico musicale Peppo Del Conte a proposito degli esordi di Camisasca. Questo però pur essendo un ragazzo dell’hinterland milanese, era molto timido e impacciato. Faceva parlare la sua musica che unita alla genialità di Franco Battiato ha dato vita a splendidi successi. Alcuni concerti sono rimasti nella storia dell’avanguardia di quel periodo. Verso la fine degli anni ’70 decise di prendere i voti e di diventare monaco benedettino, dando ascolto a quella inquietudine che l’aveva accompagnato negli anni nella ricerca religiosa. Per 11 anni circa si ritirò a vita monastica.
Ma il legame con Battiato non si spezzò, neppure quando abbandonò la vita monastica per quella eremitica. Anzi, nel 1988 pubblicò un album per l’etichetta dell’amico Franco Battiato, L’Ottava. Quegli furono anche gli anni delle collaborazioni con Milva. Ma la sua è una carriera lunga e ricca, anche di collaborazioni: da Alice a Giuni Russo, passando per i Bluvertigo e la Premiata Forneria Marconi.
JURI CAMISASCA E FRANCO BATTIATO, L’AMICIZIA DI UNA VITA
La ricerca della spiritualità non si è mai fermata per Juri Camisasca, che però sapeva essere duro quando si tratta di difendere l’amico Franco Battiato. Nel 2019, infatti, si parlò della canzone “Torneremo ancora” come di un testamento artistico del Maestro. «Questa è una grande stupidata. Per mia grande fortuna non seguo i social network», dichiarò nell’intervista rilasciata a Radio Popolare. Un vero e proprio sfogo, alla luce anche della consapevolezza che quelle voci disturbavano l’amico.
«Di fare nuova musica non ne ha voglia. Questo lo si deve abbinare al fatto che deve recuperare una certa quota di energia, ma da qui a dire, come ha detto qualche stupido in un articolo, che “tengono in vita una cosa morta”, beh questa cosa mi ha fatto venire il vomito». Era il 2019 e si rincorrevano tante voci su Franco Battiato. Voci che spinsero Juri Camisasca a replicare duramente: «Tanto per iniziare un essere umano non è una cosa. Una cosa è un posacenere, un bidone dell’immondizia, un oggetto. Un essere umano è una persona. Per cortesia, ci sia almeno un pochino di rispetto e dignità verso sé stessi e verso le persone che chiedono di rimanere in pace, tranquille». D’altra parte, evidenziò la protezione attorno a Franco Battiato, non solo dalla famiglia, ma anche da «una grazia invisibile».