Jury Chechi, che dello sport ha fatto la sua vita e tutto il suo mondo, vincendo una medaglia d’oro agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e numerose altre medaglie, commenta il caso della sentenza sportiva che scagiona Emanuela Maccarani, allenatrice delle Farfalle azzurre nella ritmica, accusata di presunti abusi su due ex ginnaste: “Sono appena arrivato da un viaggio, ho letto tutto di corsa ma le dico…non mi stupisco. Conoscendo il mondo federale era un finale scontato”. L’ex atleta, poi, si spiega meglio: “Mi disturba vedere che c’è una volontà di capovolgere la situazione. Di far passare le ragazze come carnefici e bugiarde. Come se non esistessero situazioni di criticità”, dice a La Stampa.



Nella sentenza è contenuta la frase “Maccarani è colpevole di peccato di affetto”: secondo Chechi, “è imbarazzante. Una forzatura.  non mi sembra logico che i vertici debbano uscire da questa storia in modo virtuoso”. Si è persa, secondo l’ex atleta, un’occasione: “Sono contento che le indagini siano state fatte nel migliore dei modi. E se davvero Emanuela avesse avuto un affetto così profondo per le ragazze ne sarei stato felicissimo. Ma queste ragazze bene non stanno. E alla fine si vuol far passare un messaggio non corretto quale “Noi siamo bravi, la colpa è di quelle ginnaste”. Non è vero, perché il disagio esiste“.



Ammonizione per Emanuela Maccarani

Solo un’ammonizione per Emanuela Maccarani: le accuse ai suoi danni erano gravissime. Varie ex allieve della Nazionale avevano parlato di abusi psicologici e vessazioni: a detta delle giovani, le costringeva a non mangiare, insultandole qualora prendessero qualche etto in più. Dopo il processo sportivo partito dalle denunce di Anna Basta e Nina Corradini, il tribunale federale ha accolto la richiesta del procuratore della Federginnastica Michele Rossetti, che aveva sostenuto la tesi di un “eccesso di affetto” da parte di Maccarani. Come si legge ancora, si parla “di troppa generosità verso l’atleta al fine di farla performare al meglio“. Chiesa anche l’assoluzione per la collaboratrice, Olga Tishina, che era indagata per maltrattamenti.



Yuri Chechi, su La Stampa, spiega ancora: “Se vuoi fare ginnastica è così. È la federazione internazionale a volere questo. Voglio sottolineare subito che le azzurre della Nazionale sono felicissime, non mangiano ma sono tranquille. E sono sicuro che vinceranno tanto alle Olimpiadi. Ma ci sono altre che non hanno quella forza e quella determinazione. E proprio queste atlete devono rinvolgersi agli allenatori. Devono far capire che questo sport al vertice è così. Ci vuole umanità e competenza”. Per l’ex atleta, “la federazione deve uscire dalle dinamiche di famiglia chiusa. Deve aprire la mente e andare oltre”.