Jury Chechi, il “signore degli anelli” della ginnastica italiana, è intervenuto sulle colonne del “Corriere della Sera”, parlando di sé a tutto tondo, ma esponendo in primis la sua opinione circa gli abusi denunciate da alcune ex atlete della ritmica. L’olimpionico ha asserito: “Aspetto la conclusione delle indagini. Se fosse tutto vero, si dovrebbe trovare una soluzione affinché certe cose non si ripetano. Mi pare comunque strano che la Federazione sia caduta dal pero dichiarando di non saperne nulla. Body shaming? Ai miei tempi, a livello maschile, non c’era. Per tutti noi ginnasti il rapporto con il cibo è laborioso e complicato”.
La passione per la ginnastica in Jury Chechi è germogliata grazie a sua sorella: vedendola allenarsi, la futura medaglia d’oro di Atlanta 1996 comprese che quella era la strada che avrebbe voluto e dovuto percorrere. Inizialmente, tuttavia, “ero più bravo al corpo libero. Poi, dopo la rottura del tendine d’Achille, che mi è costata la rinuncia ai Giochi di Barcellona, mi sono dovuto specializzare negli anelli”. Storico anche il suo bronzo ai Giochi di Atene 2004: “Mio padre era stato male, era finito in coma farmacologico. Non riuscivo a comprendere se capisse o meno, ma ci facemmo una promessa reciproca: se guarisci, io non mi ritiro e provo a tornare all’Olimpiade. Per me è stato uno stimolo determinante”.
JURY CHECHI: “SONO UN FAUTORE DELL’ALLENAMENTO CALISTENICO, VOGLIO ALLONTANARE IL DECADIMENTO FISICO”
Al “Corriere della Sera” Jury Chechi ha anche confidato di temere il decadimento fisico: “Ci lavoro giornalmente per combatterlo, anche se prima o poi dovrò affrontarlo. Sono un fautore dell’allenamento calistenico, che unisce la forza alla bellezza del gesto. Propone gli esercizi di base della ginnastica artistica, adatti a tutti. Se sono eseguiti al meglio, evitano il decadimento fisico di cui parlavamo. Il mio comportamento a tavola? Sgarro, eccome: adoro la pizza e quando eccedo è per quella”.
Nel futuro di Jury Chechi si potrebbe aprire uno spiraglio per una candidatura alla presidenza del Coni? “Non ho capacità e caratteristiche per fare la politica sportiva – ha ammesso l’ex ginnasta –. Lo dico con dispiacere e orgoglio. Avrei potuto candidarmi a fare il presidente di una federazione, cambiando lo Jury Chechi che sono. Non è giusto e non lo faccio”.