Justine Mattera, ospite di Serena Autieri all’interno del programma di Raiuno “Dedicato”, ha ricordato Paolo Limiti, con cui è stata sposata dal 2000 al 2002. La showgirl che ha iniziato a lavorare proprio al suo fianco, ai microfoni di Serena Autieri, ha svelato i dettagli del primo incontro con l’uomo che sarebbe diventato poi suo marito. Justine Mattera e Paolo Limiti s’incontrarono per la prima volta fuori dagli studi Rai. All’epoca, Limiti stava cercando una valletta per il suo programma e lei decise di cominciare a provare ad entrare nel mondo dello spettacolo.
«E’ stato un caso, stavo camminando per Corso Sempione a Milano con un amico che mi disse “Stanno preparando un programma in tv, cercano una valletta. Secondo me si innamoreranno di te”. In quel momento dalla Rai è uscito Paolo Limiti, l’abbiamo raggiunto e inizialmente non mi ha guardato, poi alza gli occhi, mi fissa e sentenzia: “Sei praticamente Marilyn Monroe!”. Io abituata agli italiani ho riposto: “Si, a casa tua me lo fai il provino…”, ma le cose poi sono andate in maniera completamente diverse perché lui era un vero professionista. Ha insistito e tutto è cominciato», ha raccontato.
Justine Mattera: “Ecco cosa mi ha lasciato Paolo Limiti”
Dal rapporto professionale all’amore il passo è stato breve per Justine Mattera e Paolo Limiti. Dopo un matrimonio durato due anni, i due sono sempre rimasti in ottimi rapporti. Ancora oggi, nel cuore della showgirl che si è poi sposata con l’imprenditore Fabrizio Cassata dal quale ha avuto due figli, Vivienne Rose e Vincent, il ricordo di Paolo Limiti è ancora vivo. A Serena Autieri, infatti, ha raccontato: «A parte la riconoscenza, Paolo Limiti era un uomo di grande intelligenza, ti raccontava le cose e ti tirava dentro. Era come il sole, quando distoglieva lo sguardo sentivi freddo. Io amo le persone più mature, sentivo di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, era una fonte inesauribile di sapere. Mi ha lasciato una professione e l’amore per la musica e la letteratura. Con lui ho imparato ad amare ancora più l’Italia».