La Juventus ha proposto un corso di formazione aziendale che è stato approvato dall’esecutivo dell’Ordine dei Giornalisti e che avrà tra gli argomenti il “diritto all’oblio” e il ruolo dello stesso Ordine dei Giornalisti nel caso di Vittorio Feltri. La notizia ha più di un motivo di interesse: innanzitutto, perché per la prima volta una simile opportunità viene concessa a un sodalizio sportivo, mentre finora erano stati approvati corsi di formazione aziendali da svolgersi all’interno e a cura di società editoriali. Dunque l’OdG allarga il proprio raggio d’azione e lo fa grazie al coinvolgimento di un sodalizio sportivo di primissimo piano, la società più vincente del calcio italiano. Il tema ha suscitato una discussione all’interno dell’organo di governo dell’Ordine e infine il corso è stato approvato a maggioranza: potranno parteciparvi i giornalisti che si occupano di comunicazione per la Juventus. In effetti la scelta dell’argomento “diritto all’oblio” da parte di una società sportiva sembra quanto meno curioso e fa inevitabilmente pensare ai fatti – certamente mai finiti nell’oblio – di qualche anno fa, visto il coinvolgimento della Juventus nell’inchiesta su Calciopoli, con gli scudetti revocati degli anni 2005 e 2006 e la retrocessione in Serie B per il campionato 2006-2007.



JUVENTUS, CORSO PER GIORNALISTI SUL DIRITTO ALL’OBLIO: PER DIMENTICARE CALCIOPOLI?

Stefano Caselli, commentando questa vicenda per il Fatto quotidiano ricorre a una notevole dose di ironia: un corso di formazione per giornalisti voluto dalla Juventus e che parla di diritto all’oblio sarebbe degna del sito satirico Lercio, ma “è una notizia vera”. Caselli ricorda che questa richiesta ha sollevato una certa discussione all’interno dell’OdG, tanto che si riportano anche le dichiarazioni di Carlo Verna, presidente dell’Ordine, che è intervenuto per precisare che non è l’Ordine dei giornalisti a promuovere il corso: “La richiesta ci è arrivata dalla Juventus, si tratta di un corso aziendale“. Resta curiosa la scelta del diritto all’oblio come tema per un corso aziendale di una società di calcio: in base a questo principio di garanzia non è legittimo, ad esempio, diffondere informazioni relative a condanne ricevute da persone fisiche (il diritto all’oblio non si applica alle aziende) o, comunque, altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca. Caselli dunque si immagina i sette addetti alla comunicazione della Juventus “spronati sull’ingiustizia subita” dal club di casa Agnelli, ricordando che in realtà ogni ricorso della Juventus in tutti i tribunali sportivi, penali, civili o amministrativi “della galassia” è stato rigettato. Meglio allora non parlarne più, mandando Calciopoli nell’oblio…

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