Problemi per John Elkann dallo sport: nella galassia FCA ci sono infatti preoccupazioni per i due “gioielli” sportivi del gruppo, cioè Juventus e Ferrari che, come ricostruisce un retroscena di Dagospia, creano appunto diversi grattacapi a John Elkann, numero 1 del gruppo Fiat Chrysler. Per quanto riguarda la Juventus tutto è cominciato con l’addio improvviso di Marco Re, capo dell’area finanziaria, segnale di risultati economici molto difficili (non solo per il Coronavirus). Per Andrea Agnelli e suo cugino John Elkann poi c’è il dubbio relativo al nome dell’allenatore per la prossima stagione. Maurizio Sarri, voluto fortemente a Torino dal capo dell’area tecnica Fabio Paratici e dal vicepresidente Pavel Nedved, doveva rinnovare il gioco bianconero ma non ci è riuscito, tanto da essere in bilico nonostante la vittoria dello scudetto. Molto dipenderà dall’andamento in Champions League, al momento possiamo dire che la posizione di Sarri è seriamente a rischio. Dagospia sottolinea che fin dall’addio di Beppe Marotta è ancora vacante la carica di amministratore delegato: in corsa c’è Claudio Albanese, molto ascoltato da Agnelli. Per quanto riguarda l’erede di Marco Re, la scelta potrebbe cadere su Francesco Roncaglio, ad di Lamse Spa, holding di partecipazioni controllata da Andrea Agnelli. Pure Fabio Paratici è in bilico, perché gli si imputa appunto la scelta di allontanare Max Allegri in favore di Sarri, mentre Pavel Nedved sarebbe nel mirino per la vivace vita sentimentale, poco gradita dalla serissima Madama: sarà davvero una rivoluzione così totale?



JOHN ELKANN, DOPPIA RIVOLUZIONE IN JUVENTUS E FERRARI?

Peggio ancora sta la Ferrari, vero dolore per John Elkann perché lontanissima dai vertici della Formula 1. Il 2020 è di fatto già archiviato, sperando giusto in qualche guizzo come quello di ieri di Charles Leclerc a Silverstone per salire almeno sul podio, ma anche il 2021 rischia di essere amarissimo, perché le monoposto dell’anno prossimo saranno sostanzialmente identiche a quelle attuali, a causa del congelamento degli sviluppi dovuto al Coronavirus. Nel mirino è finito innanzitutto l’amministratore delegato della Ferrari, il maltese Louis Carey Camilleri, nominato dopo la morte di Sergio Marchionne. Camilleri è anche presidente di Philip Morris International, ma ha perso la battaglia sul ‘budget cap’ (cioè il tetto massimo di spesa fissato per ogni scuderia) e sulle restrizioni aerodinamiche che hanno molto penalizzato la Ferrari, misure su cui aveva espresso molto scetticismo anche il team principal Mattia Binotto. A Maranello in tanti si sono chiesti perché John Elkann abbia scelto per la scuderia un manager non esperto di Formula 1 e con il principale merito di essere uno degli sponsor più generosi del Cavallino Rampante (appunto Philip Morris). Davanti ai numeri pessimi della Ferrari nel Mondiale 2020, forse condizionato anche da una presunta spy story che ha ‘bloccato’ il super-motore dell’anno scorso, nessuno a Maranello può sentirsi al sicuro. Per informazioni chiedere a Sarri, in bilico pur avendo vinto lo scudetto al primo anno…

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