L’inchiesta riguardante le plusvalenze della Juventus potrebbe allargarsi anche ad altri club. Come riferisce il Corriere della Sera, la Procura di Torino sta infatti valutando la posizione di altre squadre, a cominciare da quelle che hanno fatto affari con la Juventus negli scorsi anni, leggasi Atalanta e Genoa. I pm torinesi stanno valutando se trasmette gli atti ai colleghi di altre città, e altre procure potrebbero avviare a loro volta degli accertamenti. Insomma, c‘è il rischio che l’inchiesta sulle plusvalenze gonfiate o meno possa allargarsi a macchia d’olio, e il tutto sembrerebbe ripercorre quanto avvenne anni fa con Calciopoli, indagine che di fatto partì dalla Juventus ma che coinvolse numerose altre società.
Anche La Gazzetta dello Sport ha dedicato ampio spazio alla vicenda, scrivendo: “La posizione degli indagati potrebbe aggravarsi perché nell’ultimo mese sono emersi altri elementi, tra cui delle side letter legate alla cessione in prestito con obbligo di riscatto per alcuni giocatori (come Cerri e Orsolini) che garantivano alla Juventus il riacquisto. In una mail si parla di «debiti residui di 30 milioni+agenti», che per i pm sono extra bilancio”.
JUVENTUS, INCHIESTA SI ALLARGA: “CON L’ATALANTA UN DEBITO DI 6-7 MILIONI FUORI BILANCIO”
Sempre la Rosa sottolinea che vi sarebbe uno specchietto con i club con cui la Juventus aveva dei debiti, in particolare l’Atalanta (e anche il Genoa), confermati da Cherubini, ds bianconero, nell’interrogatorio (dovrebbero essere 6.7 milioni di euro), e anche da un’intercettazione di Arrivabene che diceva «Sappiamo bene cosa dobbiamo all’Atalanta».
Nella giornata di ieri i quotidiani raccontavano di come sarebbero in corso delle indagini su un debito della Juventus fuori bilancio nei confronti proprio dell’Atalanta, e si tratterebbe della cifra di cui sopra, 6/7 milioni di eur, maturati nell’ambito delle acquisizioni e cessioni di Kulusevsky, Romero e Demiral. Insomma, come già accennato sopra, la sensazione è che si sia scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, così come confermato in un certo modo anche dalle intercettazioni che il Corriere della Sera ha pubblicato quest’oggi.