Il caso plusvalenze Juventus, che ha recentemente portato ad una penalizzazione di 15 punti, rischia di allargarsi ulteriormente. Come riferisce stamane il quotidiano Libero, sotto la lente di ingrandimento vi sarebbero ora anche le operazioni di calciomercato che la società bianconera avrebbe portato a termine negli ultimi anni con le squadre straniere: è tutto regolare? I ‘revisori’ Uefa vogliono vederci chiaro anche perchè l’esclusione dalle coppe europee, dopo i fatti acclarati in Italia (per cui la Juventus farà comunque ricorso), è uno scenario tutt’altro che impossibile.
«Diventano rappresentative del modus operandi non corretto della Juventus – scrivono i giudici della Figc Domenico Luca Scordino e Alberto Falini e il presidente Mario Luigi Torsello – soprattutto le operazioni compiute con i club esteri. Ci si riferisce: all’operazione Moreno-Andrade tra la tra la Juventus e il Manchester City; all’operazione Pereira-Marques, tra la Juventus e il Barcellona; all’operazione Sene-Hajdari tra la Juventus e il Basilea; all’operazione Bandeira-Nzouango tra la Juventus e l’Amiens Sporting Club; all’operazione Tongya-Akè tra la Juventus e l’Olympique e all’operazione Monzialo-Lungoyi tra la Juventus e la FC Lugano». Secondo i magistrati si tratta di operazioni emblematiche in quanto invece di essere «trasparentemente e correttamente rappresentate come permute, sono state mostrate all’esterno come operazioni formalmente indipendenti». Secondo Libero, non potendo creare plusvalenze le società si accordavano per vendite e acquisti fuori dai valori di mercato. A fronte di quanto emerso ecco che l’Uefa potrebbe ratificare d’ufficio le sentenze della FIGC e a sua avolta aprire altre indagini.
JUVENTUS, SI INDAGA SULLE OPERAZIONI ALL’ESTERO: ECCO COSA SI LEGGE SULLE CARTE
Si contesta in particolare il fatto che le società in questione trattavano le operazioni come indipendenti, una realtà che però è stata sconfessata dalle carte della Procura di Torino «posto che – si legge nelle motivazioni – in riferimento a ciascuna delle predette operazioni (con il ManchesterCity, il Barcellona, il Basilea, l’Amiens Sporting Club, l’Olympique De Marseille e la FC Lugano) sussiste uno specifico elemento di prova che ne qualifica la natura come scambio, vuoi attraverso le condizioni contrattuali, vuoi attraverso i manoscritti dei dirigenti della Juventus, vuoi ancora attraverso gli scambi di mail interne o con tali club», con riferimenti a documenti e intercettazioni telefoniche raccolti dagli inquirenti durante le indagini. In ogni caso, conclude Libero, del sistema Juventus e Paratici tutti sapevano “banchieri e giornalisti compresi”, conclude il quotidiano.