Il Tar del Lazio ha dato ragione alla Juventus sul caso del documento segreto, determinante nel processo per le plusvalenze, che la Covisoc non vuole consegnare alla difesa, sostenendo che la richiesta non possa essere evasa in quanto da indirizzarsi alla Procura Federale. Il club bianconero aveva domandato in diverse occasioni, da aprile 2022, di potere accedere all’atto, ma ottenendo sempre un secco “no”. Adesso la situazione sembrerebbe destinata a cambiare, dato che il rifiuto in questione è stato ritenuto “illegittimo” in quanto la carta contiene “chiarimenti interpretativi”.



I giudici del Tribunale Amministrativo, come riportato da Tuttosport, hanno imposto alla Giustizia Sportiva di mostrare quel famoso documento e chiesto a quest’ultima di operare in modo più coerente con la Costituzione e coi principi del giusto processo, senza sviare verso quell’iter privatistico a cui si è assistito di recente. Il suo comportamento avrebbe in tal senso violato il diritto di difesa della Juventus, che da parte sua sostiene che proprio quelle carte segrete – che per la Procura sono un atto pre-indagine – potrebbero portare all’assoluzione di tutti gli imputati del processo per le plusvalenze.



Juventus, Tar dà ragione a club: “Carta Covisov va consegnata”. La penalizzazione

La Covisoc dovrà dunque consegnare alla difesa della Juventus la famosa carta segreta citata nel processo delle plusvalenze dopo che il Tar del Lazio ha dato ragione ai bianconeri. Il club di Torino spera adesso di potere sfruttare il documento in questione per l’annullamento dei 15 punti di penalizzazione inflitti alla squadra di Massimiliano Allegri nel campionato di Serie A in corso.

penalizzazioneIn base alla teoria dei legali, infatti, l’atto farebbe anticipare la data in cui il procuratore federale Giuseppe Chiné ha saputo delle presunte irregolarità compiute dalla società. Nel caso in cui ciò dovesse essere confermato, il processo sportivo (e di conseguenza anche la ) potrebbe essere annullata per decorrenza dei termini. Non è detto, tuttavia, che questa interpretazione sia accettata dai componenti del Collegio di Garanzia del Coni, il quale dovrà decidere in autonomia sul futuro dei 15 punti. La questione insomma è ancora in divenire.