Secondo l’ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, la Vecchia Signora ha iniziato ad incappare nei problemi quando è stato portato a termine quello che da molti era stato classificato come il colpo del secolo, l’arrivo di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid. «Valuterà la magistratura, vedremo – racconta Cobolli Gigli parlando con i microfoni de Il Messaggero – di sicuro la Juve si è trovata in un groviglio di situazioni e si è avvitata. Per problemi che partono da lontano. Vede, quando Andrea Agnelli divenne presidente, fu una cosa positiva, ma anche rischiosa per lui: ha un cognome importantissimo, e legarlo strettamente alla Juve portò identificazione assoluta e grosse responsabilità. La prima fase fu molto buona: con l’aiuto fondamentale di Beppe Marotta rivitalizzò la squadra, e arrivò la stagione dei sei-sette scudetti consecutivi, poi diventati 9, vinti in modo brillante. Ma tutto cambiò con l’operazione-Ronaldo».



Secondo Cobolli Gigli, la Juventus era convinta che «Ingaggiare Ronaldo sarebbe stata una grande opportunità: per i ricavi enormi sul piano del marketing e perché avrebbe avvicinato la Juve alla Champions. Ma Marotta non era per niente d’accordo, e si fece da parte. Dopo, l’investimento di Ronaldo si rivelò troppo oneroso, e nel frattempo Paratici, che aveva caldeggiato CR7, portò alla Juve altri investimenti su giocatori, e nuove spese, che hanno appesantito il bilancio e hanno messo il club nei guai: non a caso arrivò una ricapitalizzazione da 700 milioni… e nel frattempo altri errori, come l’ingaggio di Sarri (lui stesso ammise che non fu un innesto felice) e scivolate, come la stupidaggine sulla vicenda Suarez, o il progetto Superlega, che nacque male e fu fermato subito. Ci dev’essere stato un cambiamento caratteriale in Andrea Agnelli». E a riguardo l’ex presidente spiega: «Ha avuto una visione sempre più elevata degli orizzonti della Juve, e la cosa della Superlega lo testimonia. Ma ha senz’altro gestito in maniera troppo personale le cose del club, trascurando di coinvolgere il consiglio di amministrazione, che in una società quotata in Borsa ha il dovere di essere informato costantemente».



JUVENTUS, COBOLLI GIGLI: “DIMISSIONI CDA NON TEMPESTIVE”

Cobolli Gigli critica anche la decisione del cda di dimettersi: «Di sicuro non tempestivo, ecco. Mi ha stupito che i consiglieri indipendenti si siano accorti di certe cose solo adesso, ossia nell’ultima riunione di lunedì, quando la prima consigliera ha lamentato di non essere stata informata, da lì poi la reazione a catena che ha portato Agnelli in minoranza. Un Cda deve vigilare meglio. Ma le cose devono essere precipitate in fretta: anche John Elkann ha cambiato opinione».

Secondo l’ex presidente la Juventus rischierebbe di più per la questione degli stipendi che per le plusvalenze: «Non credo che la questione delle plusvalenze possa preoccupare, mentre quella del pagamento differito degli stipendi sì: se ci fosse davvero Cristiano Ronaldo con una carta privata che parla di 19 milioni, quella sarebbe la pistola fumante… Ma è presto per parlare. E sono sicuro che gli avvocati di John Elkann lo aiuteranno per il meglio». Chiusura dedicata al futuro sportivo della squadra: «È in ripresa, e da gennaio avrà una grande responsabilità in più, a cominciare da Allegri. Se tornasse a volare, potrebbe cambiare tutta la percezione che adesso si ha della Juve. E l’aspetto ambientale è importante: i giudici fanno il loro lavoro, ma l’opinione pubblica ha il suo peso».