La Juventus ha replicato duramente a “Report”, trasmissione di Rai Tre condotta da Sigfrido Ranucci e andata in onda in prima serata lunedì 16 gennaio 2023, che ha proposto un’inchiesta denominata “Il bianco e il nero”, a firma di Daniele Autieri con la collaborazione di Federico Marconi e Lorenzo Vendemiale. Un servizio mandato in onda quattro giorni prima del verdetto del Tribunale federale della Figc, che venerdì 20 gennaio deciderà se accogliere o meno la richiesta avanzata dalla Procura sportiva di revoca parziale della sentenza di assoluzione del 2022 per le società coinvolte nel processo plusvalenze, tra cui appunto la Juve.



È fissato invece per il 27 marzo l’appuntamento con l’inchiesta “Prisma” sui conti della società bianconera: per l’accusa, il club avrebbe attuato una serie di correttivi non leciti per “far tornare i conti”, frodando gli azionisti.
L’inchiesta di Report sulla Juventus, scrive “Avvenire”, “non aggiunge molto a quanto già si sapeva, ma ha comunque rimesso in ordine gli atti dell’indagine” e ha proposto una serie d’interviste, a partire da quella a Luciano Moggi, che ha consegnato a Report una chiavetta Usb”, dicendo che “quando ti trovi in un contesto che può darti di più, sei portato a esagerare. La Juve, per tentare di vincere la Champions League, ha esagerato”.



JUVENTUS VS REPORT: “DOCUMENTI PARZIALI”

Secondo Report, almeno tre campionati della gestione Andrea Agnelli sarebbero stati giocati dalla Juventus con carte finanziarie truccate. Le ipotesi di reato sono “falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza Consob e false fatturazioni”. I bilanci sarebbero stati falsati soprattutto con le cosiddette plusvalenze artificiali, un sistema al quale avrebbe contribuito anche Fabio Paratici, ex dirigente bianconero, che non ha commentato.

A Report ha replicato la Juventus: lo si legge su “Avvenire”, che evidenzia come la società zebrata abbia accusato il programma “di avere condensato ‘in mezza frase’ una risposta richiesta in cui, oltre a respingere ‘fermamente le ipotesi accusatorie’ rivendicando ‘la correttezza del proprio operato’, si diceva che i media hanno a disposizione ‘documenti parziali e strumentali alle tesi di accusa’, mentre ‘una completa analisi di tutta la documentazione, composta da migliaia di pagine e di intercettazioni integrali, potrà essere compiuta solamente nelle sedi competenti, secondo le regole dell’accertamento giudiziale in contraddittorio, senza rischiare di fornire una informazione parziale e imprecisa”.