Colin Kahl: “Gli aiuti all’Ucraina sono limitati”
Colin Kahl, sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti, di fatto il numero tre nella gerarchia del Pentagono, ha recentemente parlato degli aiuti in Ucraina. Quella che dipinge non sembra essere una tela particolarmente favorevole per il governo di Kiev, che presto potrebbe vedersi tagliato il supporto americano, o almeno vederlo notevolmente ridimensionato dopo le ingenti spedizioni che si sono susseguite nell’ultimo anno.
D’altronde Kahl lo ripete anche sul forum online Foreign Policy, “le risorse non sono illimitate” e il governo americano si trova con la cintura sempre più stretta. Parlando con Il Mattino ha confermato che Kiev non verrà completamente abbandonata, ma il supporto continuerà. Spiega, per esempio, che “la difesa aerea ucraina è sempre stata una priorità per noi. Abbiamo mandato i Patriot e a questo punto servono anche i missili a medio-lungo raggio”. Tuttavia, ripete Kahl, “le risorse finanziarie che abbiamo sono ingenti, ma non illimitate. In ogni fase del conflitto ci trovano di fronte a una scelta [e] il solo fatto che siamo riusciti a far muovere tutto, è un miracolo”.
Il futuro del supporto americano a Kiev
“L’amministrazione Biden”, spiega Kahl parnado ancora degli aiuti all’Ucraina, “ha contribuito con più di 35 miliardi di dollari all’assistenza per la sicurezza in poco più di un anno”. Tuttavia, “la realtà è che il primo giorno dell’invasione quei soldi non li avevamo e abbiamo dovuto definire delle priorità. I Patriot non sarebbero arrivati se non dopo mesi, di conseguenza i pochi soldi che avevamo li abbiamo spesi in Stinger”.
Dei 35 miliardi stanziati un anno fa, avverte preoccupato Kahl, “ce ne sono rimasti solo 3“. Ora la scelta è se “spenderli tutti per gli F-16” che Kiev chiede da tempo, ma ci vorrebbe un anno e mezzo prima che arrivino, sarebbero irrilevanti nella controffensiva di primavera. Ecco perché abbiamo preferito spendere per la difesa aerea, l’artiglieria e le forze meccanizzate, compresi addestramento e manutenzione”. Di una cosa rimane certo Kahl, “la Russia ha già perso” la guerra, perché “gli ucraini sono resilienti, creativi, consistenti in battaglia e hanno ricevuto molti aiuti. La mappa dell’Ucraina non è cambiata granché dopo l’offensiva d’inverno dei russi, che hanno guadagnato qualcosa solo nelle campagne e in qualche isolato delle città”.