COSA HA DETTO KAJA KALLAS NELL’AUDIZIONE DEI COMMISSARI UE: LO SCONTRO CON CINA E RUSSIA, “NIENTE NUOVA NATO”
Ai tempi di Federica Mogherini andava di moda il termine “Lady PESC” per indicare il ruolo di Alto Rappresentante della Politica Estera Ue e così sembra ora tornare prepotentemente attuale la medesima definizione per Kaja Kallas, designata “ministra degli Esteri” dall’accordo sui Top Jobs appena concluse le Elezioni Europee 2024 (oltre a Kallas, la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e Antonio Costa come nuovo Presidente del Consiglio Ue). Nel presentarsi oggi in audizione con gli altri 5 vicepresidenti della Commissione Ue – oltre a lei, il liberale francese Stéphane Sèjourné, l’italiano ECR Raffaele Fitto, la rumena Roxana Minzatu, la finlandese Henna Virkkunen e la spagnola socialista Teresa Ribera – Kallas ha lanciato il suo programma alla guida degli esteri.
Per quella che in gergo americano definiremmo un “falco” della politica estera europea, Kallas ha stabilito fin da subito i contorni netti dell’agire in Commissione Ue da qui fino al 2029: contro la Russia, ma contro soprattutto la Cina, con la necessità di trovare un asse importante con gli Stati Uniti di Trump e senza perdere di vista la situazione incendiaria in Medio Oriente. Nipote del fondatore dell’Estonia, ex Premier e membro di Renew Europe, Kaia Kallas si è presentata confermando il suo nemico n.1 in Vladimir Putin, “erede” di quella Unione Sovietica russa in cui crebbe quasi 50 anni fa. «La vittoria dell’Ucraina è una priorità per tutti noi», ha esordito Kallas in audizione prima di Raffaele Fitto, con cui “condivide” il destino di una prossima votazione unica slittata oggi per evitare un gioco di veti incrociati dei partiti interni alla maggioranza Ursula.
Da Putin a Xi Jinping, passando per la Nord Corea e l’Iran, secondo Lady PESC queste autocrazie e regimi «mirano a cambiare l’ordine internazionale basato sulle regole». Mentre sul Medio Oriente Kallas propone, oltre al rispetto del diritto internazionale da parte di Israele, la creazione di un “Consiglio di Associazione” con lo Stato ebraico per affrontare le problematiche della guerra a Gaza, sui rapporti con Russia e Cina si gioca molto del futuro geopolitico dell’Unione Europea. Secondo la vicepresidente designata, «Vedo coalizioni autocratiche formarsi intorno a noi e minacciosi spostamenti geopolitici in tutto il mondo»: la pace in guerra non è affatto vicina, nonostante la vittoria di Donald Trump alla Casa Bianca, e la colpa principale oltre a Putin è da riconoscere nella Cina di Xi Jinping. Con durezza il nuovo Alto Rappresentante della Politica Estera Ue attacca Pechino dicendo che deve ora pagare e «patire il costo del suo sostegno alla Russia, senza il quale Putin non potrebbe condurre la guerra in Ucraina con la stessa forza». Non solo, la Cina per l’Europa è un rivale e «avversario sistemico», e così la dipendenza europea da Pechino su più livelli «è una vulnerabilità». Secondo Kallas, tornando sull’Ucraina, Mosca deve perdere questa ultima guerra coloniale iniziata contro Kiev e su questo l’Europa deve rimanere unita per sostenere il Governo Zelensky fino al ritiro delle truppe russe. Anche per questo motivo la vicepresidente Ue spinge per l’adesione dell’Ucraina in Europa, considerando l’allargamento ulteriore nei Balcani uno sviluppo necessario e «geostrategico» nell’interesse della stessa Ue.
LA DOMANDA DI VANNACCI SULLA RUSSIA E LA REPLICA DI “LADY PESC”: “LA GUERRA FINISCE SOLO CON RITIRO RUSSIA”
Dopo il discorso di presentazione è stato il turno delle domande dei coordinatori e parlamentari relativi alla Commissione Esteri dell’Eurocamera: tra gli altri, ha preso parola l’europarlamentare della Lega-Patrioti per l’Europa, Roberto Vannacci. Davanti ad una strenua sostenitrice della causa ucraina in Europa come Kaja Kallas, il generale leghista ha evidenziato il rapporto Draghi dove viene spiegato molto bene che una delle ragioni ondati alla crisi di competitività Ue è stata la perdita del fornitore di energia primario per l’Europa, ovvero proprio la Russia. Così Vannacci chiede se non sia giunto il momento di rimettere in discussione gli equilibri geopolitici con la guerra in Ucraina: inoltre, l’europarlamentare chiede a Lady PESC quale saranno i primi provvedimenti sul fronte energetico, «come fare per recuperare il più grande fornitore di energia dell’Unione europea, ovvero la Russia, appianare le tensioni internazionali e quindi porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina?».
La replica netta di Kallas alla domanda pertinente rivoltagli da Vannacci scava nel passato di forte oppositrice della Russia di Putin, con l’aggiunta di una messa a fuoco anche contro la Cina comunista: secondo l’Alto Rappresentante Ue l’Ucraina deve vincere la guerra, è l’unico esito possibile ammesso da Bruxelles. «La guerra finirà quando la Russia si renderà conto di aver fatto un errore come in Afghanistan, quando ritirerà le truppe, essendosi resa conto di non poter vincere in Ucraina». Secondo Kaja Kallas, il sostegno a Kiev deve essere fermo e netto e solo così Putin potrà rendersi conto dell’errore commesso: sul fronte energetico, la proposta della ex Premier estone è quello di aggiornare e ampliare i partenariati con i Paesi del Mediterraneo e del Nord Africa. Da ultimo, la commissaria agli Esteri Kallas ricorda la necessità dell’Europa di porsi in dialogo continuo con gli Stati Uniti anche con Trump, in quanto «l’Ue è l’alleato più forte dell’America e occorre rimanere insieme», chiedendo però che si possa arrivare a produrre equipaggiamenti e munizioni con prezzi più vantaggiosi (ergo, maggiori investimenti sulla Difesa) per non regalare il “mercato bellico” a Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.