Dopo settimane in cui il primo ministro olandese Mark Rutte sembrava essere il favorito per sostituire Jens Stoltenberg nel ruolo di segretario generale della Nato, negli ambienti si fa sempre più strada il nome di Kaja Kallas, primo ministro dell’Estonia. Per ora non c’è ancora nulla di confermato o di deciso, ma il primo ministro olandese uscente sembra essere quasi certamente ‘squalificato’, soprattutto in virtù dei pessimi dati sulla spesa per la Difesa.
Differentemente, Kaja Kallas è già in lizza per la Nato dal 2022, soprattutto in virtù del suo forte sostegno all’Ucraina e sulle posizioni assunte negli ultimi anni in merito alla Russia. L’Estonia, inoltre, spende già il 3% del suo Pil in Difesa ed è vista come esempio per guidare il cambiamento nel resto dell’Alleanza, che ancora fatica a raggiungere l’obbiettivo di spesa di cui si parla ormai da anni. Stando alle attuali indiscrezioni, riportate da EstonianWorld, Kaja Kallas sembra godere del sostegno di Stati Uniti e Germania, convinte ad appoggiarla nella successione di Stoltenberg per la Nato negli ultimi giorni, ma anche di Francia e Regno Unito.
Kaja Kallas diventerà segretario generale della Nato?
Se Kaja Kallas venisse confermata come segretario generale della Nato sarebbe la prima donna nella storia dell’Alleanza a ricoprire quel ruolo, diventando contemporaneamente anche il primo leader di un paese dell’Europa centrale ed orientale a ricoprire l’incarico. Per quanto riguarda Jens Stoltenberg le sue dimissioni sono previste per il mese di ottobre, e nel frattempo non si possono escludere nuovi cambiamenti nella corsa per la segreteria.
Sul nome di Kaja Kallas per la Nato, infatti, ci sono diverse resistenze, dovute alle posizioni molto forti sulla Russia. Similmente, non gode di un grandissimo sostegno in Estonia, dove la sua popolarità è calata rapidamente nel corso degli ultimi anni a causa della recessione economica, dell’inflazione e dell’aumento delle tasse. Inoltre, la sua posizione da ferma sostenitrice dell’Ucraina e critica della Russia è stata compromessa da uno scandalo che ha coinvolto un’azienda posseduta in parte dal merito che ha continuato a fare affari in territorio russo dopo lo scoppio della guerra.