KAJA KALLAS LANCIA (DI NUOVO) L’ATTACCO ALLA RUSSIA: “EUROPA NON DEVE ESCLUDERE L’INVIO DI TRUPPE IN UCRAINA”
Inviare truppe europee in Ucraina per sostenere l’esercito di Zelensky contro la Russia di Putin o, secondariamente, mantenere il cessate il fuoco che potrebbe instaurarsi con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca da gennaio 2025. Questa l’ipotesi formulata – più o meno direttamente – dalla nuova Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue Kaja Kallas, di ritorno dalla prima mission proprio in Ucraina assieme al Presidente del Consiglio Antonio Costa e alla Commissaria per l’Allargamento Marta Kos. Intervistata dall’ANSA, l’ex Premier estone – storicamente anti-Russia – riflette sulla grave crisi di sicurezza che alberga alle porte dell’Unione Europea: «truppe a Kiev? io credo non si debba escludere nulla e mantenere una certa ambiguità strategica».
Davanti alla tregua che propone Trump nel tavolo futuro con Putin e Zelensky, l’Europa non può rimanere ferma e occorre pianificare già gli scenari da ipotizzare: «costruiamo ponti con l’amministrazione Usa», confessa Kallas la quale però ritiene che nei vari dialoghi tra i gli Stati membri con Washington sia scesa la convinzione che si possa finire in breve la guerra ad Est. Sempre secondo l’Alto Rappresentante Ue, nella sua prima intervista dopo la nomina effettiva, una tregua in questo momento potrebbe essere un favore lanciato a Mosca, «mentre servirebbe difendere l’Ucraina». Il messaggio lanciato da Kaja Kallas agli Stati Uniti, ovvero a Donald Trump, è che dovrebbe essere nell’interesse americano il continuo sostegno all’Ucraina, dato che una vittoria di Putin «rafforzerebbe la Cina, l’Iran e la Corea del Nord, che già operano insieme».
DA TRUMP ALL’UE CON IL “FRENO” DELLA NATO: GLI SCENARI SULL’EVENTUALITÀ DI TRUPPE EUROPEE IN UCRAINA
E così si torna nuovamente a nominare in maniera esplicita la possibilità di inviare le truppe in Ucraina, ora addirittura con la nuova responsabile della politica estera europea: le parole di Kaja Kallas hanno avuto “eco” in diverse capitali europee, come dimostra una fonte qualificata dell’ANSA presso la NATO. La pianificazione su come continuare/terminare il conflitto in corso ormai da quasi tre anni deve essere una priorità dell’Occidente, e al momento l’unità di intenti sembra essere sempre più lontana. «Sappiamo tutti che se dovesse esserci un accordo per il cessate il fuoco, la prima cosa che l’Ucraina chiederà saranno le garanzie di sicurezza», riporta la fonte diplomatica dell’Alleanza Atlantica.
Per questi motivi, filtrano dalla NATO, prende forma l’idea in alcune cancellerie europee di inviare truppe sul terreno ucraino, ma dall’Alleanza non arriva per il momento il semaforo verde: «le capitali stanno riflettendo perché è prudente pianificare. Ma non c’è alcuna discussione in corso nelle comunità della Nato». L’invio sarebbe un ulteriore passo di una guerra di fatto lanciata contro la Russia di Putin e per questo occorre andare con estrema prudenza verso scenari ed escalation globali tanto nefasti (a cui occorre aggiungere la situazione in fibrillazione nel Medio Oriente, ndr). L’idea della fonte diplomatica all’ANSA è che più si avvicina il potenziale negoziato in Ucraina e più servirà prepararsi diversi “piani” alternativi che coinvolgono alcune/tutte le capitali europee. Macron e Starmer con Francia e UK già da tempo spingono sull’Occidente per l’invio di truppe in Ucraina, con alternativa secondaria l’invio di esperti militari nell’assoldare l’esercito di Zelensky: la Germania di Scholz, che pure conferma oggi nella sua visita a Kiev nuovi aiuti militari all’Ucraina, non segue Parigi e Londra, così come l’Italia del Governo Meloni e la Spagna del Governo Sanchez. È lo stesso Presidente ucraino a non ritenere per il momento credibile l’invio di soldati europee in aiuto, tanto che la richiesta del suo Governo rimane sempre la stessa, «tregua solo dopo aver ricevuto l’invito nella NATO e un solido pacchetto di armi».