Dopo lo scandalo ecco le scuse: Salomon Kalou, dopo aver diffuso un video che lo ritraeva violare le norme anti coronavirus, durante una seduta di allenamento con l’HerTa Berlino, ha dovuto ritrattare, dichiarando pubbliche scuse per quanto accaduto. “Mi dispiace se ho dato l’impressione di non prendere sul serio il Coronavirus. Mi scuso per questo. Non ci pensavo, ero solo felice che i nostri test fossero negativi. Mi scuso anche con chi ho ripreso nel video, non sapevano che stessi trasmettendo in diretta” le parole dell’accattante, che pure è stato subito sospeso dalla stessa società. Tutto chiuso qui dunque? Per nulla, perchè se è vero che Kalou si è scusato, pure lo ha fatto con una certa riserva: “Da quando siamo tornati dalla quarantena, siamo stati testati settimanalmente per l’agente patogeno. Non abbiamo avuto ulteriori risultati positivi dei test. E non dovremmo stringerci la mano?”. La domanda dell’ivoriano sulle colonne del giornale tedesco Kicker, che vuole dunque in parte giustificare i contatti “incriminati” che ha avuto con i compagni. Kalou ha però infine aggiunto: “Non vado in giro per la strada e non stringo la mano alla gente. Indosso una maschera quando vado a fare la spesa come tutti gli altri. Non sono mai stato uno che pensa solo a se stesso“. (agg Michela Colombo)



KALOU VIOLA LE NROME ANTI CORONAVIRUS: IL VIDEO

In Germania il calcio dovrebbe riprendere dopo la sosta forzata per Coronavirus, ma nelle ultime ore sono arrivate notizie poco incoraggianti. Sono di natura diversa: la prima riguarda il fatto che 10 persone esaminate tra i club di Bundesliga e seconda divisione – non è dato sapere chi – sono ancora risultate positive al virus. Numero basso se consideriamo gli oltre 1700 tamponi effettuati, ma i positivi dovranno affrontare un periodo di 14 giorni di isolamento (il protocollo è identico a quello italiano) e c’è il rischio che altre persone possano risultare contagiate, ritardando la ripresa per il timore di una nuova pandemia. L’altro caso è quello di Salomon Kalou, ed è molto più grave: l’attaccante ivoriano ha ripreso gli allenamenti con l’Hertha Berlino e ha deciso di riprodurre il suo ritorno in campo su video, ma è andato incontro ad una serie di violazioni delle norme sanitarie in atto.



KALOU VIOLA LE NORME ANTI-CORONAVIRUS: PROVOCAZIONE O NEGLIGENZA?

Kalou stava registrando su Facebook: prima è entrato in un ufficio è si è messo a parlare con un membro dello staff, senza mantenere minimamente la distanza di sicurezza. Poi è entrato negli spogliatoi e ha salutato i compagni di squadra con pugni e strette di mano, mettendosi poi a parlare del taglio degli stipendi (e dunque riportando una conversazione che sarebbe stato meglio tenere privata).  Infine, Kalou si è diretto verso l’infermeria dove un compagno di squadra si stava sottoponendo al tampone con un medico sociale. Il quale gli ha detto “Cancella la registrazione”: cosa che non è avvenuta, perché poi è stato tutto pubblicato. Da riportare che Kalou per tutta la durata del video non ha mai indossato la mascherina protettiva: il video sembra essere sparito dal profilo dell’attaccante ma si può ancora reperire facilmente online e tante testate nazionali e internazionali lo hanno già rilanciato.



Ora, il dubbio resta: Kalou è stato davvero tanto incosciente da non pensare alle conseguenze del suo filmato, non ha pensato a quello che stava facendo o ha voluto lanciare una sfida/provocazione? Fosse questo ultimo caso, il gesto farebbe il paio con le azioni di Rudy Gobert, il centro francese degli Utah Jazz che, in polemica con le norme anti-Coronavirus, aveva toccato tutti i microfoni nella stanza e poi si era ammalato lui stesso, con la conseguenza che la stagione NBA è stata fermata (cosa che sarebbe comunque successa a giorni, probabilmente). Intanto l’Hertha Berlino non ha ancora preso posizioni: volendo fare gli avvocati del diavolo potremmo anche dire che quel “cancella la registrazione” da parte del medico lascerebbe intendere la consapevolezza di un atteggiamento sbagliato, ma che l’unica preoccupazione fosse che non comparisse pubblicamente da nessuna parte. Insomma, un bel pasticcio: e se ora a causa di questo il campionato tedesco non ripartisse?

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