Kamala Harris candidata alle presidenziali Usa senza passare per le primarie, una decisione avvenuta come in un “colpo di Stato” per rimuovere e sostituire in maniera immediata il vecchio candidato, sostenuta soprattutto dall’ex presidente Obama. L’analisi del politologo Edward Luttwak in un articolo pubblicato da Il Giornale, sottolinea come questa scelta sia stata abbastanza inusuale, anche perchè, come insegna la storia, nel corso delle varie epoche degli Usa, quasi mai ai vicepresidenti è stata data la possibilità di candidarsi come successore alla Casa Bianca, tranne in caso di morte del presidente in carica.
Infatti, come spiega Luttwak: “Il ruolo abituale dei vicepresidenti è quello di essere politici utili come figure puramente simboliche, scelte per attirare gli elettori che il presidente non può attirare con le sue politiche“, per questo l’incarico affidato a Kamala Harris non era sufficiente per nominarla ufficialmente successore di Joe Biden senza prima aver consultato tutti i delegati e soprattutto presentato nomi alternativi. Tuttavia la scelta è stata fatta grazie a manovre segrete dirette principalmente da Obama.
Kamala Harris candidata senza primarie, Luttwak: “Manovra segreta voluta da Obama per sostituire Biden dopo la caduta nel confronto con Trtump”
Edward Luttwak, economista esperto di politiche Usa, analizza su Il Giornale, la scelta di nominare Kamala Harris come candidata sostituta di Joe Biden senza passare per la procedura delle primarie, sostenendo che questa sia stata una operazione condotta principalmente da Obama, poichè la sua influenza nella politica degli Stati Uniti è rimasta sempre molto forte, e non è un caso che sia stato l’unico presidente a restare a Washington anche dopo la fine del mandato. Quindi, come spiega Luttwak: “Quando Obama ha visto Biden vacillare e poi cadere nel dibattito con Trump, ha avviato il processo che avrebbe rapidamente portato all’abbandono della campagna di rielezione di Biden“.
Tuttavia non avrebbe mai voluto scegliere Kamala Harris come vice, proponendo invece l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice. Il rifiuto di Biden di nominare la Rice avrebbe quindi portato alla manovra segreta avvenuta in modalità simili al “colpo di Stato”, sostenuta dall’ex presidente per la sostituzione di Biden, ma senza garantire a Obama di poter scegliere il nuovo nome del candidato.