Proprio oggi – nella tardissima serata per noi italiani – potremo conoscere il nome del futuro nuovo Presidente USA con gli occhi puntati (dal lato Repubblicano) su Donald Trump e (per i Democratici) su Kamala Harris: tra queste righe in attesa del verdetto definitivo degli elettori americani cercheremo di capire chi è la candidata che ha ‘spodestato’ Joe Biden dalla corsa per il suo secondo mandato facendo – almeno parzialmente – risollevare le attese elettorali Dem dopo alcuni mesi in cui – con l’attuale Presidente in corsa al posto di Kamala Harris – si stimava un vero e proprio flop alle urne.



Di fatto – poi approfondiremo anche la sua vita privata e tutti i passi più importanti della sua carriera – se riuscisse a vincere su Trump, Kamala Harris diventerebbe la primissima donna – peraltro al contempo afroamericana ed asiatica – a sedere nello studio ovale della Casa Bianca; aspetto che fino ad ora le ha permesso di ottenere i consensi di alcuni tra i gruppi elettorali americani più numerosi che mal si concilierebbero con le posizioni trumpiane.



Chi è Kamala Harris: la carriera poltica dagli studi in giurisprudenza fino all’elezione a Vicepresidente USA

Partendo dal principio, Kamala Harris è nata in California nel 1964 – esattamente il 20 di ottobre – da genitori che erano arrivati dalla Giamaica e dall’India: il padre, Donald Harris, all’epoca era docente universitario di economia e la madre – Shyamala Gopalan – era oncologa (e poi passò anche lei alle cattedre universitarie qualche anno più tardi); mentre sappiamo per certo che dopo aver vissuto qualche anno a Berkeley fu costretta a trasferirsi in quel di Montreal per seguire la madre che – nel 1971 – aveva divorziato dal padre.



L’interesse politico di Kamala Harris si sviluppò a partire dal 1990 quando – ottenuta la laurea in giurisprudenza a San Francisco – ha iniziato a lavorare nella procura californiana: inizialmente assisté il procuratore distrettuale di San Francisco, ma dopo aver ottenuto (con votazione elettorale) il suo posto, nel 2010 – e fino al 2016 con un doppio mandato – riuscì anche a conquistare la poltrona di Procuratrice generale del Golden State.

L’approdo di Kamala Harris al governo federale USA si ebbe solamente – appunto – nel 2016 vincendo al Senato contro l’unica altra candidata Dem: fu in quell’occasione che iniziò ad opporsi fermamente alle politiche di Donald Trump (al suo primo mandato presidenziale) e nel 2019 provò anche a prendere il posto di Joe Biden nella corsa elettorale, decidendo poco prima delle primarie Dem di lasciare la corsa conquistando – comunque – la vicepresidenza.

La vita privata e le idee politiche e sociali di Kamala Harris: sposata con Douglas Emhoff, non ha figli biologici

Della vita privata di Kamala Harris sappiamo per certo che dal 2014 è sposata con l’avvocato – peraltro ebreo – Douglas Emhoff con il quale non ha avuto figli pur accettando di adottare i sue che aveva già avuto il marito dalla precedente relazione con Kerstin Emhoff; così come sappiamo anche che la sorella – Maya – è un’analista politica e il cognato – Tony West, per anni impiegato nel Dipartimento di Giustizia USA – è tra i vertici dell’azienda Uber in cui lavora anche la nipote di Kamala Harris, Meena.

Interessante (infine) soffermarci sulla figura politica di Kamala Harris che già durante i suoi anni nella Procura si è dimostrato una voce Dem estremamente intransigente contro reati e criminali, pur dicendosi contraria alla pena di morte che preferirebbe sostituire con un ergastolo a vita senza possibilità di appello o condizionale; mentre si è dimostrata anche molto vicina ai temi sociali più rilevanti (dai diritti LGBT, fino alle questioni ambientali e alla privacy online) e contraria alle politiche migratorie di chiusura dei confini.