IL DISCORSO DI KAMALA HARRIS ALLA CONVENTION DEM: “SARÒ PRESIDENTE DI TUTTI, TRUMP È UNA MINACCIA”

«Io accetto la vostra nomination»: partiamo dall’ovvio per analizzare il discorso di Kamala Harris alla Convention Dem da cui ora è ufficialmente la candidata unica per le Elezioni Usa 2024 contro Donald Trump: nella tre giorni festa-show del DNC (Democratic National Convention) di Chicago, in un climax atipico di interventi (si è partiti con Biden, proseguiti con gli Obama, i Clinton, Nancy Pelosi e il candidato vicepresidente Tim Walz), la candidata Harris porta a compimento l’iter iniziato poco più di un mese fa con il ritiro roboante del Presidente dem dalla corsa per la rielezione, pressato (non poco) dai vertici del partito.



Il recupero dei sondaggi, il programma improvvisamente ridiventato “moderato” e “centrista” per una vicepresidente che invece incarnava in ticket con Biden l’ala più progressista dell’agenda Dem alla Casa Bianca, porta alla nomination ufficiale di Chicago. «Con queste elezioni, la nostra nazionale ha la preziosa opportunità di superare l’amarezza, il cinismo e le battaglie divisive del passato. L’opportunità di tracciare una nuova strada da seguire. Non come membri di un partito o una fazione, ma come americani»: retorica e origini, parlando molto della madre immigrata, ma anche programma interno (poca economia) e molta politica estera, Kamala Harris si è presentata davanti alla nazione convinta che da questi giorni alla convention ne uscirà più forte e favorita contro il tycoon repubblicano.



«Questa non e’ solo l’elezione più importante della nostra vita ma di una generazione, della intera nostra nazione», ha detto ancora Kamala Harris nel suo discorso programmatico, aggiungendo il più più classico dei «sarò il presidente di tutti» ma dedicando poi una fetta importante del suo intervento all’avversario repubblicano. «Trump è una persona non seria ma le conseguenze di riaverlo alla Casa Bianca sono estremamente serie. Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema gli ha concesso l’immunità». Secondo Harris, l’ex presidente Usa sarebbe un autentica «minaccia» alla sicurezza nazionale ed estera degli Stati Uniti, «Non mi alleerò mai con i dittatori come fa lui […] poi vuole imporre una tassa sulla classe media». Con Trump l’America arretra ovunque, secondo la dem che lo accusa di essere oltre che un colpevole di frode anche di abusi sessuali sulle donne: «agli americani serve un presidente che tuteli le loro libertà». E in queste elezioni per la neo-candidata presidente, sono in gioco la libertà di non avere paura della violenza armata nelle scuole, dei matrimoni LGBTQ, «di bere acqua pulita, di respirare aria pulita, e la libertà che tutela tutte le altre, quella di votare».



ABORTO E POLITICA ESTERA: COSA HA DETTO KAMALA HARRIS SUL PROGRAMMA DEM VERSO LE ELEZIONI USA

Al netto del campionario degli insulti a cui (purtroppo) su entrambi i lati si assiste ormai “tranquillamente” alla campagna elettorale negli Usa, il discorso di Kamala Harris ha provato a dare alcuni accenni sul programma dei Democratici rimasto in sordina dopo i convulsi avvicendamenti avvenuti negli ultimi due mesi. «Quando sarò presidente gli Stati Uniti, resteremo più che mai accanto all’Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei», ha sottolineato la vicepresidente Usa detto prima di concentrarsi sull’emergenza Medio Oriente. Harris – rispondendo a distanza ai tanti manifestanti di sinistra che negli States accusando il ticket Biden-Kamala di aver gestito in maniera pessima la guerra a Gaza – dice di essere per il diritto di Israele di difendersi, «mi assicurerò che abbia le risorse per farlo».

Di contro però aggiunge come ora sia il momento di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza: «Io e Biden stiamo lavorando per mettere fine alla guerra in modo che Israele sia sicuro, le sofferenze a Gaza finiscano e i palestinesi possano realizzare l’aspirazione per la loro autodeterminazione». Particolarmente centrali per l’agenda Harris i temi su migranti e aborto, su cui alcuni Stati in bilico potrebbero alla fine decidere la contesa tra lei e Trump: «i Repubblicani mi danno della fuori di testa ma loro vogliono tracciare le donne che abortiscono», accusa (senza in realtà prove effettive) Kamala Harris parlando dei diritti delle donne, ribadendo l’impegno per formulare una legge che ripristini il diritto federale di abortire (contro la sentenza della Corte Suprema). È invece molto più approfondito il suo affondo sull’emergenza immigrazione ai confini sud degli Stati Uniti. «Approveremo la legge della Pattuglia di confine che Trump ha affossato», sottolinea con forza Kamala Harris che promette di difendere «i confini meridionali degli Stati Uniti» senza però rinunciare all’integrazione degli immigrati.