Una affettuosa pacca sulla testa di una bambina. Un gesto visto e fatto milioni di volte, capita quando per strada ci si imbatte in un bambinesco o una bambinata. Stiamo camminando e i piccoli ci si infilano tra i piedi, tra le gambe, con il loro muoversi così, improvvisato, senza badare a niente che al loro divertimento. La bambina tiene per la mano il papà, il ragazzo che si sta dirigendo verso la chiesa cammina tranquillo, un grosso zaino sulle spalle, e se la trova davanti. Devia educatamente e intanto l’accarezza. Ci sono giovani gentili oggigiorno dunque, per quanto se ne parli male continuamente. Il giovane con lo zaino prosegue verso la chiesa che ha lì davanti, non entra dall’ingresso principale, la messa pasquale è già cominciata e non vorrà disturbare, visto che l’edificio è pieno zeppo di fedeli per la festa più importante dei cristiani. cammina lungo la fiancata che, per il caldo, è piena di ingressi laterali aperti.
IL KAMIKAZE GENTILE
Alla fine entra da uno di questi e le immagini delle telecamere di sicurezza finiscono. Esplode una bomba devastante, tra le panche, tra i fedeli in preghiera, tra anziani, donne e bambini. E’ strage, una di quelle che hanno devastato lo Sri Lanka. A farsi esplodere proprio lui, il ragazzo gentile che poco prima ha accarezzato la bambina. Il bisogno di non destare alcun sospetto prima di farsi esplodere. farsi vedere gentili è meglio che strattonare via la bambina, qualcuno avrebbe potuto fermarlo e scoprire tutto. Certo. Ma anche la banalità del male. Che il male lo fanno anche le persone educate e gentili. Poi per un musulmano morire suicida in un attentato è il salvacondotto sicuro per volare subito in paradiso, ameno così dicono alcune forme di islamismo, non tutte. Chissà dunque come era contento il giovane kamikaze mentre andava a farsi esplodere, sto per andare in paradiso. Tutto qui? Si direbbe di sì, e allora come possiamo sfuggire a dei terroristi che accarezzano la testa a una bambina?