L’attaccante del Real Madrid e della nazionale francese, Karim Benzema, è stato condannato ad un anno di prigione, con sospensione della pena, in merito al caso “sextape”. Secondo il tribunale che ha giudicato il bomber dei Blancos, lo stesso sarebbe colpevole di complicità nel ricatto nei confronti del calciatore Mathieu Valbuena, ex compagno di squadra, finito nei guai proprio a seguito di un video hard. L’avvocato del giocatore ha fatto sapere che farà ricorso, commentando la sentenza con tali parole: “E’ stato chiaramente affermato dal tribunale che Benzema non era a conoscenza delle manovre preliminari. Siamo piuttosto sbalorditi da questa sentenza. Il ricorso è necessario”.



La decisione è giunta stamane da parte del tribunale penale di Versailles, ed ha condannato il calciatore anche al pagamento di una multa da 75mila euro. Benzema non ha comunque partecipato al processo, e al momento della lettura della sentenza non era presente. Il caso era scoppiato, deflagrando come una bomba nucleare, a giugno del 2015, periodo in cui entrambi i calciatori si trovavano in ritiro con la nazionale francese, e aveva scioccato la comunità calcistica dei Bleu.



BENZEMA CONDANNATO A UN ANNO DI CARCERE PER IL CASO SEX TAPE VALBUENA: TUTTI I DETTAGLI

Sia Valbuena che Benzema erano stati sospesi dalla nazionale, e il bomber delle Merengues si è sempre dichiarato innocente, spiegando di aver voluto semplicemente aiutare l’amico e collega a sbarazzarsi di un video compromettente.

Il processo si è aperto ufficialmente lo scorso 21 ottobre, e nel giro di un mese è quindi giunta la sentenza, che ha visto la condanna per Benzema (che rischiava fino a 5 anni di carcere). L’avvocato del calciatore transalpino ha più volte sottolineato la volontà del suo assistito di risolvere di persona con Valbuena la vicenda, ma i legali di quest’ultimo non ne hanno voluto sapere, portando il caso in tribunale. Sicuramente un duro colpo per Benzema, che tra l’altro questa sera dovrà affrontare lo Sheriff in Champions League: probabile una non convocazione o un’esclusione “tecnica”?