Il rapporto tra Karol Wojtyla e padre Pio è sempre stato di stima e grande considerazione. Nei giorni del centenario della nascita di Giovanni Paolo II, che hanno riportato in primo piano il Santo Papa polacco e il suo operato, da più parti è stato ricordato anche il legame tra queste due figure così diverse ma così significative per la Chiesa Cattolica del XX secolo.
Come già noto da tempo, nel 1962 l’allora vescovo ausiliare di Cracovia Karol Wojtyla scrisse una lettera a padre Pio chiedendo al frate una preghiera d’intercessione per la malattia di una cara amica gravemente malata. “A questo non si può dire di no”, osservò il frate cappuccino, cogliendo qualcosa di speciale in quel vescovo che gli scriveva da tanto lontano. Siamo dunque nel novembre del 1962 e Karol Wojtyla prende carta e penna per domandare una preghiera a Pio da Pietrelcina.
Anche in Polonia è arrivata la notizia del frate dalle qualità eccezionali: i miracoli non conoscono frontiera nella Chiesa, che è cattolica e dunque universale per definizione. La supplica è per una donna, madre di quattro figli, già detenuta nei campi di concentramento nazisti e nel 1962 affetta da un cancro: “Affinché Dio per intercessione della Beatissima Vergine mostri la sua misericordia a lei e alla sua famiglia”. Firmato Karol Wojtyla. Siamo però appunto nel 1962: l’Europa è divisa e una lettera da Cracovia non è così scontato che raggiunga San Giovanni Rotondo.
KAROL WOJTYLA, PADRE PIO E LA LETTERA DEL 1962
Per far sì che la lettera arrivi di sicuro nelle mani di padre Pio, ecco che Karol Wojtyla si affida ad Andrzej Maria Deskur, un monsignore polacco di poco più giovane rispetto al futuro Papa, che si trova a Roma per motivi di salute. Deskur non basta per un contatto diretto con padre Pio e allora, ecco entrare in scena anche il commendator Angelo Battisti.
Da Wojtyla a Deskur a Battisti ed infine finalmente a Francesco Forgione, per tutti padre Pio. Italia Oggi ha rievocato la vicenda nei giorni del centesimo anniversario della nascita di Wojtyla sottolineando appunto il ruolo di Battisti nel legame che si creò fra il futuro Giovanni Paolo II e padre Pio. Il frate, dopo aver appreso della richiesta, dice poche ma significative parole. Assicura la preghiera per la guarigione della mamma polacca e aggiunge: “A questo non si può dire di no“.
Sembra una profezia sul destino di quel vescovo polacco che avrebbe poi cambiato la storia della Chiesa e del mondo. Passano pochi giorni e la donna guarisce in modo improvviso. Karol Wojtyla dunque indirizza verso la Puglia un’altra lettera: “Venerabile Padre, la donna di Cracovia in Polonia, madre di quattro figlie, il giorno 21 novembre prima dell’ operazione chirurgica istantaneamente ha riacquistato la salute grazie a Dio e anche a Te Padre Venerabile, rendo il più grande grazie a nome suo, di suo marito e di tutta la famiglia”. Ancora una volta è Battisti a fare da tramite e padre Pio lo esorta a non smarrire quella corrispondenza, della quale infatti parliamo ancora oggi.