Chi indaga sulla scomparsa della piccola Kata vuole interrogare nuove persone in Sud America per l’ipotesi dello scambio di persona legato ad una storia di droga. Nel frattempo si attendono le analisi degli smartphone sequestrati ai genitori. A riportare le novità è La Nazione, secondo cui l’attenzione degli inquirenti si sposta in Perù. Dalla procura di Firenze è partita una richiesta di rogatoria, un passaggio tecnico per acquisire le testimonianze di alcune persone che si trovano nel paese d’origine delle famiglie della bambina scomparsa tre mesi fa dall’ex hotel Astor.



Le testimonianze potranno essere acquisite in forma diretta o attraverso un magistrato locale. Stando a quanto trapelato da fonti investigative, e raccolto dal quotidiano toscano, le persone da sentire sarebbero diverse, tra cui alcuni parenti delle famiglie dei genitori. Tra queste, in particolare, ci sono due persone: lo zio paterno di Kata, detenuto in un carcere di Lima, e un altro peruviano, di nome Jesus, che si trova nello stesso penitenziario. Quest’ultimo è considerato un trafficante di droga.



SCOMPARSA KATA, L’IPOTESI DELLO SCAMBIO DI PERSONA

Miguel Angel Romero Chicclo, il papà di Kata, agli inquirenti ha confidato una sua ipotesi, cioè che la scomparsa della figlia possa essere legata ad una storia di droga “persa” da tale Jesus. Quest’uomo nel maggio 2022 venne perquisito nella casa di via dei Marignolli, dove la polizia cercava droga, senza trovarla. Subito dopo Jesus fece perdere le sue tracce, ma un borsone stracolmo di marijuana venne poi fortuitamente recuperato grazie ad alcuni residenti. L’uomo è stato poi arrestato in Spagna ed estradato in patria per un altro precedente reato.



In questa vicenda, riporta La Nazione, potrebbe essere implicata anche una donna, che viveva in quello stesso appartamento, e mesi dopo è finita all’Astor. Anche lei è peruviana, ha anche lei una bambina della stessa età di Kata e in quel 10 giugno le due amiche erano state insieme. Da qui l’ipotesi dello scambio di persona, che gli inquirenti non tralasciano, anche se non la privilegiano. L’ipotesi della ritorsione per la guerra degli alloggi resta uno dei possibili moventi della scomparsa di Kata, ma non viene accontenta neppure quella della pedofilia. Una cosa è certa: le indagini proseguono.