Kata è una bimba peruviana di 5 anni e di lei non si hanno notizie dal 10 giugno scorso, da quando è scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze mentre, secondo il racconto dello zio materno a cui era affidata in quelle ore, giocava in cortile con altri bambini. Una sparizione tanto misteriosa quanto allarmante in cui si insinuano le ombre avanzate dal padre, Miguel, convinto che la piccola sia stata rapita. Un presunto sequestro che, a suo dire, non avrebbe un movente di vendetta contro la sua famiglia: “È stato pianificato tutto – ha dichiarato l’uomo appena scarcerato (era in cella per reati contro il patrimonio) –. Non ci sono telecamere. Sanno cosa hanno fatto. Non ho debiti, non ho problemi con nessuno. Sono sicuro che Kata è viva e che ritornerà“. Il papà di Kata escluderebbe quindi una ritorsione, ma questo scenario non avrebbe perso terreno tra le possibili piste al vaglio degli inquirenti.
I genitori di Kata sono stati sentiti in procura poche ore fa, separatamente, per chiudere il cerchio delle testimonianze potenzialmente utili a inquadrare il contesto in cui è maturata la scomparsa della bambina. Lo riporta Ansa, secondo cui Miguel Angel Ramon Chicllo Romero e sua moglie, Kathrine Alvarez, sarebbero stati ascoltati per alcune ore nell’ufficio del sostituto procuratore Christine von Borries e avrebbero ribadito i loro sospetti sulla sparizione della figlia. Il giallo è al centro della nuova puntata di Quarto Grado con nuovi approfondimenti.
Il mistero di Kata, l’avvocato della famiglia annuncia: “Rinuncio all’incarico”
Le indagini sulla scomparsa di Kata, il cui nome completo è Mia Kataleya, procedono a ritmo serrato e non trascurano alcuno scenario. Nelle ultime ore, l’inchiesta avrebbe puntato una parte di attenzioni sul racket degli affitti abusivi di stanze all’ex hotel Astor dove la minore vive con la famiglia, nell’ipotesi di un sequestro per vendetta o estorsione. Il papà della piccola sembra escluderlo, e le sue recenti indicazioni agli inquirenti potrebbero dare un altro impulso alle ricerche. I carabinieri avrebbero condotto poche ore fa un nuovo sopralluogo nell’abergo occupato da diverse famiglie tra cui quella della bimba scomparsa, e avrebbero prelevato lo spazzolino da denti di Kata per estrapolare del Dna utile a una eventuale comparazione con tracce che potrebbero essere repertate in sede d’indagine.
Nella serata di ieri, l’avvocato che assisteva la madre di Kata, Daica Rometta, ha rinunciato all’incarico e ne ha dato notizia con un breve comunicato diffuso attraverso la pagina Facebook dell’Associazione Penelope: “Le reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento di questo delicatissimo mandato mi hanno suggerito di rinunciare all’incarico professionale, tant’è che già nel primo pomeriggio ho invitato la mamma a nominare altro difensore“. Al momento non è noto cosa, nello specifico, abbia portato alla decisione del legale.