Le ricerche della piccola Kata, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze il 10 giugno scorso, procedono senza sosta a caccia di elementi che possano portare a una soluzione positiva del giallo. Gli inquirenti hanno setacciato l’albergo senza arrivare a una svolta e, nelle ultime ore, le attenzioni investigative si starebbero concentrando sulle pertinenze di un condominio di via Monteverdi adiacente alla struttura. Lo riporta l’Ansa, secondo cui nuove perquisizioni dei carabinieri sarebbero in corso nell’ambito della complessa inchiesta e comprenderebbero ulteriori rilievi della Sezione investigazioni scientifiche.
Quarto Grado torna sul caso della sparizione della minore Kata e al centro degli interrogativi c’è il video di una telecamera di sorveglianza della zona che, quel giorno, avrebbe registrato l’audio di un urlo infantile fuori campo seguito a stretto giro dal rumore di quello che sembrerebbe lo sportello di un veicolo chiudersi con forza. Si trattava della piccola Kata? La domanda non ha risposta, ma getta riflessi sinistri sulla vicenda dopo le parole del padre della bimba: “È stata rapita“. Pochi giorni fa, gli investigatori avrebbero proceduto ai prelievi per un test del Dna a tappeto sugli ex occupanti dell’ex hotel Astor, sgomberato dopo la scomparsa della bambina per consentire le operazioni di ispezione profonda.
Il giallo di Kata ancora senza soluzione: il punto sulle indagini
Sono trascorsi 20 giorni e non c’è ancora traccia di Kata. Il tempo non gioca a favore e le ricerche proseguono a ritmo serrato senza trascurare alcuna pista investigativa. Il mistero sulla scomparsa della bimba peruviana di 5 anni è apparso da subito intricato e denso di interrogativi da risolvere, complicato dalla situazione di illegalità in cui decine di famiglie, compresa quella della piccola, vivevano all’interno della struttura dell’ex hotel Astor in cui Kata sarebbe stata vista per l’ultima volta intorno alle 15 del 10 giugno scorso. Finora, gli appelli dei genitori sono caduti nel vuoto.
“Mi rivolgo a chi ha preso mia figlia, lasciatela andare, dove volete, sono troppi giorni e siamo disperati. Ogni giorno è sempre più difficile – ha dichiarato la madre a Chi l’ha visto? rivolgendosi ai presunti rapitori –. Vogliamo che Kata torni a casa al più presto“. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, finora l’inchiesta avrebbe portato a galla un elemento nitido: la “guerra” tra gruppi di peruviani e rumeni per la gestione delle stanze e degli affitti abusivi all’interno dell’ex hotel Astor di Firenze. Un contesto di irregolarità che non si esclude potenzialmente legato alla sparizione della bimba, complice la facilità di accesso alla struttura che sarebbe stata anche teatro di attività di spaccio e prostituzione.