Le ricerche della piccola Kata proseguono senza sosta, ma secondo la criminologa Roberta Bruzzone si sarebbe perso tempo prezioso nelle prime fasi dell’inchiesta e questo potrebbe aver compromesso in modo irreversibile l’esito delle indagini. “Non è uscita viva dall’ex hotel Astor“, ha dichiarato ai microfoni del quotidiano Il Tirreno sottolineando di sposare la volontà della Procura nell’insistere su uno screening approfondito all’interno della struttura in cui la bimba fu vista per l’ultima volta il 10 giugno scorso.



Tra poche ore dovrebbero scattare le operazioni di scavo nell’edificio per capire se possa sussistere l’ipotesi di un occultamento tra gli ambienti dell’ex albergo, sgomberato dopo la scomparsa della piccola, mentre un pacchetto importante di attenzioni investigative è concentrato sull’analisi di un borsone e due trolley che tre dei cinque indagati portavano con sé in data e orari ritenuti di interesse dagli inquirenti. Uno dei sospetti è che la minore sia stata portata via dall’ex hotel Astor in una valigia per un eventuale occultamento in altro luogo, scenario che Bruzzone ritiene comunque possibile perché convinta che la bimba non sia mai uscita viva da quelle mura.



Bruzzone sul caso Kata: “Perso tempo in modo sconcertante, i primi momenti sono determinanti”

La criminologa ha affrontato il caso della scomparsa di Kata a Ore 14 e in una recente intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno, in cui non nasconde il suo timore: secondo Roberta Bruzzone, ci sono elementi concreti per credere che la bimba di 5 anni, scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor, non sia uscita viva da quella struttura. Bruzzone sostiene che si sia perso tempo “in modo sconcertante” nelle prime battute dell’inchiesta, in quei primi momenti di indagine che, per ogni caso di cronaca nera, si rivelano preziosi al punto da rivestire un ruolo potenzialmente determinante per risolvere un giallo.



Il lasso di tempo tra il momento in cui di Kata si perdono le tracce – ha sottolineato Bruzzone al quotidiano – e la segnalazione della scomparsa è molto ampio. Sorprendentemente ampio considerando che si tratta di una bambina di appena 5 anni. In questi casi, dopo una ricerca immediata senza esito da parte dei genitori, ci si aspetterebbe che vengano allertate subito le forze di polizia”. La criminologa ha poi precisato che, allo stato attuale e visto il tempo trascorso dalla sparizione, le possibilità di un epilogo positivo – quindi del ritrovamento – non sono molte: “Il dato statistico è decisamente sfavorevole. È difficilissimo trovare in vita bambini di quell’età. Nella stragrande maggioranza dei casi, la piccola vittima non torna a casa“.